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lunedì 2 gennaio 2017

Il 2016 di EQuiLibri

Durante il 2016 non ho letto molto, anzi, ho decisamente ignorato libri che avrei dovuto leggere per dovere, più che per piacere...ma spero di riuscire a rimettermi in pari, al più presto.
Questi sono i libri letti durante il 2016 da EQuiLibri.
(https://www.facebook.com/pg/EQuiLibri-1005302009535765/photos/?tab=album&album_id=1013456328720333 )

Il club del libro ha smesso di essere 'il club del libro' diventando 'EQuiLibri'.
Abbiamo cambiato sede prima ancora che io cambiassi casa, trovando un luogo simbolico ed intriso di valori che ci ha ospitato nei dodici mesi appena trascorsi.

Non solo è cambiato il nome del nostro gruppo, il luogo di ritrovo e la modalità d'incontro, sono cambiati anche i volti e le voci di chi partecipa con la sua opinione ed il suo pensiero, all'arricchimento culturale e personale di tutti noi.
Spero di rivedere presto volti che mi mancano e al contempo spero di vederne di nuovi, sconosciuti, più giovani, meno giovani di me, ma spinti dall'amore nei confronti della lettura e della condivisione.

1- Il teatro alla moda
    Marcello Benedetto.
    Da quando la musica è entrata nella mia vita, sto cercando di imparare quanto più posso al riguardo. Questo testo è un testo molto divertente che ci è stato presentato durante una lezione di storia della musica avvenuta al QuartoPiano (il nostro nuovo luogo di ritrovo) da due docenti di molto ben preparati che hanno una passione nei confronti della letteratura.( E fanno parte di un duo https://www.facebook.com/PianoDuoFP/ )
Il parallelismo fra la società del '700 e quella dei nostri tempi è impressionante e piuttosto evidente.
Ironico, molto, aulico a tratti, incomprensibile nei punti in cui viene scelto il dialetto veneziano come forma espressiva.

2- Kitchen
    Banana Yoshimoto
Molto carino, onirico, il richiamo al sonno è frequente, mi piace come Banana dia naturalezza ed espressione a realtà che in occidente sarebbero trattate con infinita pesantezza, giudizio morale e una buona dose di politicamente corretto.
Però non riesco ad appassionarmi a Banana Yoshimoto.

3- Fimmine Ribelli
    Lirio Abbate
Un testo che farei leggere nelle scuole per trattare il tema della prepotenza, della mafia e della violenza sulle donne.Storie di donne che hanno deciso di essere Ribelli e di porsi contro un sistema che vede la donna come oggetto di proprietà di un uomo. Fimmine che ci hanno rimesso la vita.

"L'idealismo non è difendere le proprie idee quando non costa niente, è quando costa che vale" (cit Dacia Maraini.)


4-Cecità
José Saramago
La voglia di conoscere meglio i premi Nobel ci ha condotti da Saramago, complessivamente lo abbiamo adorato. Una narrazione a tratti disorientante, spesso cruda, netta. affilata. Che sia un caso che la salvezza sia donna?

5 Asharam- dove Gandhi ha sconfitto la camorra
   Carmine Iovine
Questo testo ha ricevuto la menzione speciale per l'impegno civile al Premio Piersanti Mattarella, dedicato alla memoria del fratello del Presidente della Repubblica.
Questo testo per noi rappresenta la volontà di cambiare il mondo, nel nostro piccolo, infatti è edito MarottaeCafiero, una piccola casa editrice di Scampia che ha segnato in positivo una realtà che troppe volte si manifesta in negativo. (  https://marottaecafiero.it/ nel caso in cui vogliate conoscere meglio questa realtà e siate interessati a conoscere testi nuovi, ben scritti e decisamente impegnati).

6-Papà, Mamma e Gender.
   Michela Marzano
Michela Marzano si è occupata nella sua attività di filosofa e scrittrice di molti temi attuali, nel momento in cui ha parlato di Gender è riuscita a trattare il tema senza pregiudizi ed esagerazioni, utilissimo il piccolo glossario nel quale si afferma un vero e proprio atto di civiltà: dare alle cose il loro nome. E in una società dove viene ancora utilizzato con disprezzo il termine 'frocio', si ha davvero tanto, tanto, tanto bisogno di civiltà e senso del rispetto.
Un testo che farei leggere nelle scuole, ai genitori, ai figli, ai nonni e a chiunque dimostra perplessità nei confronti di realtà che vengono considerate speciali e invece, sono proprio normali.

7-Il muro
   Jean Paul Sartre
  Sempre per approfondire il tema dei premi Nobel, abbiamo deciso di leggere i tre racconti raccolti ne 'Il Muro' di Sartre, un autore che si permise di rifiutare il Nobel. Arrogante ed affascinante, un testo che ci fa riflettere sulla natura dell'uomo, sulla condizione umana e sulla scelta di essere uomo ieri come oggi.

8- La donna che scriveva racconti
    Lucia Berlin
Un testo scelto in base alla sua formula: una serie di racconti. Nel corso del 2016 ci siamo resi conto che forse avremmo avuto bisogno di una tipologia testuale che potesse permettere ai più di partecipare anche nel caso in cui non si fosse terminato il libro in tempo per la riunione.
Questo libro è stato una scoperta bellissima, poche volte mi è capitato di leggere il degrado umano rappresentato ed espresso in condizioni di massima dignità. Pubblicato postumo, tradotto in italiano recentemente, rappresenta l'unica testimonianza di un'autrice dalla vita travagliata e dalle doti enormi.

I libri 2016 letti da EQuiLibri sono stati soltanto otto, infatti abbiamo deciso di non riunirci nei mesi di giugno, luglio ed agosto per lasciare spazio a quelle che sono le nostre letture personali ed anche per un problema di organizzazione.

Inoltre, nel mese di maggio, abbiamo festeggiato i due anni di EQuiLibri con l'esibizione di un gruppo teatrale bravissimo, le Officine Superbi (https://www.facebook.com/officinesuperbiteatro/?fref=ts  -vi consiglio vivamente di dare un'occhiata alla loro pagina- ), organizzando una piccola festa di compleanno e rinunciando al dibattito mensile, rimandato a settembre.

Un anno di cambiamenti, un anno di consigli, un anno nuovo per un EQuiLibri rinnovato.


   

mercoledì 22 aprile 2015

Club del libro di aprile- 21.4.15 Non temete per noi, la nostra vita sarà meravigliosa.

Ieri sera si è svolta la riunione del club del libro di aprile, nella quale abbiamo trattato il libro "Non temete per noi, la nostra vita sarà meravigliosa." di Mario Calabresi.
Molti di noi conoscevano già l'autore, grande giornalista, noto per i tragici fatti che hanno coinvolto la sua famiglia.
In un questo testo, la scomparsa del padre di Calabresi, viene introdotta attraverso la ricezione della stessa da parte degli zii del giornalista.
E proprio di questi zii, ci viene raccontata l'intrepida scelta: la scelta di andare in Africa a salvare il loro pezzettino di mondo, come si sul dire.
Al fianco di questi stralci di biografia, vengono riportate esperienze di vita, scelte, opportunità e persone che le hanno affrontate.

Consiglieremmo questo libro? Si, per diverse ragioni.

La prima, è data dal fatto che il ricavato del libro (che costa 17 Euro per 118 pagine) servirà per finanziare 30 borse di studio per la formazione di ostetriche nei centro per bambini e mamme della Karamoja.
E questa ci è sembrata un'ottima motivazione per consigliare il libro.
Purtroppo però, la buona causa intrapresa viene comunicata solamente al termine della narrazione e quindi, ignorando il gesto, l'alto prezzo del testo ci aveva inizialmente destabilizzate. Cosa che non sarebbe accaduto se un trafiletto ci avesse avvertite all'inizio del libro o sulla copertina stessa.

Un'ulteriore motivazione è data dal fatto che è un libro scorrevole, un insieme di storie , brevi, ben scritte, coincise, che riflettono la tendenza professionale di chi le ha composte. Potrebbe insomma interessare, anche a chi ha poco tempo per leggere, un capitolo è lungo poche pagine, motivo per cui il testo può essere facilmente letto prima di dormire o in attesa del treno.

L'ennesima motivazione invece, consiste nel fatto che è sempre piacevole leggere il bene. In un mondo e in un momento storico in cui le notizie principali riguardano "il male"- lasciatemi parlare di male e di bene nella maniera più infantile che ci sia-, leggere "il bene" è positivo, quasi rilassante, nonostante i temi toccati non siano sempre dei più semplici.

Gli zii di Mario Calabresi erano due brave persone e sono felice di aver conosciuto la loro vita, almeno in parte.

Gli aspetti che ieri sera sono stati analizzati con particolare attenzione, sono due : il genere letterario e il sottotitolo del testo, con messaggio annesso.

Per quanto riguarda il genere infatti, non siamo riusciti ad inquadrarlo. Se da un lato l'intento è biografico, lo stile non rende l'intento e nel caso in cui l'intento, fosse quello di raggruppare piccoli articoli pieni di speranza, non abbiamo trovato un valido legame dal punto di vista narrativo e tematico. E la cosa ci ha turbate.
Ci siamo dilungati sulla frase impressa sulla copertina:
'storie di ragazzi che non hanno avuto paura di diventare grandi'.
Le riflessioni scaturite dall'analisi di questa frase sono molteplici, ma simili.

Se il messaggio del libro è un messaggio di speranza, di incoraggiamento, di supporto, attraverso alcuni esempi di vita, questo messaggio, non ci è arrivato.
Laddove doveva prevalere la speranza, infatti, ha dominato un senso , che tutti i partecipanti hanno provato, di emarginazione.
Per spiegare brevemente la cosa, posso dire che l'italiano medio, giovane, nel 2015, non è un genio. O un inventore. O ideatore. O talmente affermato, da poter decidere di compiere un salto nel vuoto.
E quando tu, lettore, non sei nulla di tutto ciò che ho appena elencato, nel leggere queste esperienze di vita, particolari, non provi empatia, al limite simpatia o invidia, ma difficilmente riesci a riconoscerti nella persona che in giovanissima età viene chiamata a lavorare dall'altro lato del pianeta.
Non, soprattutto, in un 'momento sociale', nel quale non riesci neppure a farti sfruttare, pur di lavorare, perché c'è sempre qualcuno che si lascia sfruttare più di te, lavorando gratis, arrivando ore prima, sostenendo doppie mansioni (...).
Il giovane studente universitario, per dire, non viene contattato , ma cerca di contattare e spesso senza neppure un risultato concreto, neppure a lungo termine. Ciò di cui si parla in questo libro non è la regola, ma l'eccezione.
E non perché di regola, i giovani, non abbiano voglia di far nulla, anzi, ieri sera al tavolo erano sedute delle testoline bellissime e funzionanti, ma quello che ci manca e che ci fanno mancare, sono i MEZZI. Il modo. Ci manca il modo di dimostrare che anche noi potremmo avere una vita meravigliosa e anche noi, se potessimo scegliere, sceglieremmo il bene e non il male. Invece noi, in mancanza di un telaio, di un motore, di un carburante, andiamo a piedi e non raggiungiamo spesso, nè il male, nè il bene.

Questo libro ci ha trasmesso l'ansia, non fiducia, ma ansia.
Partendo dal presupposto che le critiche lette ci avevano fatto intendere fosse il racconto romanzato di una vita, e non un racconto diretto di brevi istanti, e contando il fatto che alcuni salti sia temporali che argomentali ci abbiano debilitato, la delusione è nata dalle corde toccate che non invogliano, non aiutano, non trasmettono. Si poteva far leva su altri argomentazioni.

Avere le spalle coperte e decidere di buttarsi in un sogno, è nobile, ma poco condivisibile.

Io stessa, nel mio piccolo, sogno una libreria, degli scaffali pieni di titoli, uno scacciapensieri attaccatto all'entrata, una piccola area relax, in cui bere un caffè e leggersi un libro. Un buco dove organizzare il club del libro, presentare giovani esordienti, un tavolo per chi deve fare i compiti, uno per chi  decide di lavorare immerso in un'atmosfera magica.
Farò mai questo salto nel vuoto?Non credo.
Perché se non funzionasse, dovrei pagare debiti fino alla fine della mia vita, con soldi che non ho e un lavoro immaginario.

Si, lo so che questo è un mio desiderio e che poco arrecherebbe al mondo, ma è un sogno ed è un sogno irrealizzabile per chi non ha una buona base di partenza o amici talmente ricchi da regalarti scaffali e cassa ( e magari anche i primi otto mesi di affitto).
Questo il pensiero condiviso ieri sera, sconfortante, spiacevole , forse un po' cinico, ma neppure troppo. Se cinismo non significa, dover fare i conti con le conseguenze delle proprie azioni e il limite delle proprie possibilità.

Il libro scelto per il prossimo mese è "Via Ripetta 155" di Clara Sereni. Dovrebbe costare sui 14 Euro.
La data dell'incontro non è stata ancora fissata, abbiamo grandi progetti per festeggiare il nostro anniversario, ma appena sarà decisa la pubblicherò.

I libri che ci sentiamo di consigliare questo mese sono:
La verità sul caso Harry Quebert
La terrazza proibita
L'ombra del vento

e un buon manuale di geografia, perché se non sappiamo cosa sia la tunda, almeno dove sia la tundra, dovremmo saperlo.

domenica 15 marzo 2015

Club del libro di febbraio- Muchachas

Riunione del 10 marzo.
Questa riunione più di altre è stata dimostrazione di come i libri possano essere 'strumento' di unione.
Trascorrere una serata al mese, con persone che prima di essere amiche ed amici, sono individui, diversi, ognuno con una propria vita, ognuno con un vissuto ed una propria, intima, curva della memoria.

Scegliendo di leggere Muchachas, di Katherine Pancol, abbiamo scelto di andare sul sicuro, una scrittrice affermata, voce narrante delicata e al contempo presente, temi forti, alle volte brutali e particolari mai lasciati al caso.
Il primo di tre volumi, che ognuna di noi ha deciso comunque di leggere, libro che racchiude la fine del percorso di una generazione (narrata nei primi tre libri dell'autrice, che, fortunatamente, sono nuovamente disponibili dopo vicissitudini editoriali che li hanno resi irreperibili troppo a lungo) e l'inizio di tre nuove storie.

L'autrice ci presenta le tre grandi protagoniste della trilogia, donne, forti e al contempo fragili, soffermandosi principalmente sulla vita, difficile e traumatica, di una madre sola, pur non essendo single, che si riscopre figlia, dopo esser stata madre della propria madre.

Come accade ad ogni riunione, siamo partite dalla narrazione e siamo giunte a narrare noi stesse, per prime, le nostre vite.

Penso che terminerò qui questo post.
Non perchè non ci sia nulla da raccontare, anzi.
Ma proprio perché ci sarebbe troppo da dire e preferisco rimandare le somme al momento in cui conosceremo, tutti, la fine della storia.

Il prossimo incontro sarà il 7 di aprile, un martedì con "Non temete per noi, il nostro futuro sarà meraviglioso" di Mario Calabresi.

Recentemente ho scoperto che questo libro non ha riscontrato un grandissimo successo, ma chi fra noi ha iniziato a leggerlo, mi ha detto che è decisamente bello. Personalmente non ho ancora avuto il tempo materiale per sedermi ed aprire il libro, ma non me ne lamento, anzi...

Allego un paio di foto che testimoniano il peccato preferito da noi lettori del club del libro.

(Il mio dolce ha per base uno strato sottile di torta composta da 3 uova, 20g di zucchero, due cucchiai di latte di soia e 180g di cacao, uno strato di panna montata con un cucchiaio di sciroppo al lampone, una spolverata di cacao e lamponi freschi. Ed è venuto decisamente buono.)


Il mio dolcino intatto


Il mio dolcino n2

Le migliori gelaterie della zona

I dolcini di Ilaria


GattoLettore


Aspetto nuove proposte possibilmente prima del 7 aprile, in modo tale da riuscire a pubblicare trame/recensioni e rendere più semplice la scelta.
Io propongo Baricco, La sposa giovane, anche se gli ultimi libri sono stati una delusione.

giovedì 5 marzo 2015

Club del libro di marzo, riassumo le proposte

Io e Billy  di Louise Booth

E 15,90 narra la storia di un bambino autistico e del gatto che praticamente gli ha salvato la vita.
Ottime recensioni su internet.
Sicuramente un libro in grado di darci spunti argomentativi e soprattutto in grado di lasciarci qualcosa.
Credo che sia stata Ilaria a nominare 'lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte', libro che sviluppa il rapporto fra un adolescente autistico ed un cane, riporto la cosa nel caso in cui l'argomento possa interessare in modo particolare..
(In particolare a chi nel nostro club presta volontariato.)

La copertina è meravigliosa, ritrae un cucciolo di gatto che coccola un cucciolo di umano e, anche se un libro non si giudica dalla copertina, evitiamo di fare i perbenisti ad ogni costo e diciamocelo chiaro e tondo:
un gatto in copertina, si assicurerà sempre la vendita di una copia ad una gattofila. E si, la gattofila in questione sarei indubbiamente io.

Ippopotami e Sirene  di Eva Cantarella
Euro 14

Confesso di non conosce l'autrice di questo libro e sinceramente la copertina in questo caso mi infastidisce un po': viene raffigurata una nave molto simile a quella sulla quale è partito Ulisse.
Diciamo che rappresenta un colpo al cuore per tutta quella sottile fetta di lettrici che si chiamano Penelope.
(vediavolte)
In ogni caso, il titolo è bello, mi appartiene, al di là del club del libro e del fatto che possa o meno essere la scelta, trovo che sia piuttosto originale l'idea di narrare i viaggi di Omero ed Erodoto, come specifica il sottotitolo, ed ho intenzione di leggere questo libro al più presto.
Il fatto poi, che l'autrice sia una grecista doc, mi fa davvero sperare che nel testo non si inciampi in incongruenze o ricostruzioni errate o manipolate. Bella l'idea di sottolineare il confine tra civiltà ed inciviltà, perchè forse, se studiassimo tutti la storia della Grecia antica, saremmo in grado di conoscere come minimo questo limite, scegliendo di non valicarlo.

Gli anni al contrario di  Nadia Terranova
Euro 13/14

Roberto Saviano ha detto "questo racconto mi ha legato a sé".
Questa è una storia italiana , si ambienta sul finire degli anni Settanta, due storie, ovviamente (e non vediamoci per forza di cose un tono polemico) due personaggi principali, diversi, lei figlia di un fascista, lui di un comunista rassegnato. Sono giovani, sono ribelli e si amano. Ma, la passione, fino a che punto funge da collante? quando, le avversità, vincono sull'amore?
Ottime le recensioni trovate online, libro curioso, sembra una bella storia, mi sembra di aver capito che non sia neppure banale.


Non temete per noi, la nostra vita sarà meravigliosa. Mario Calabresi
Euro 14/15

Meravigliosa la seconda parte del titolo: Storie di ragazzi che non hanno avuto paura di diventare grandi.
Anche questa storia è ambientata in Italia, questa volta all'inizio degli anni Settanta, anche in questo caso sono presenti un uomo ed una donna, giovani sposi, entrambi medici ed entrambi sognatori.
In qualche modo vogliono cambiare il loro pezzettino di mondo.
La storia narrata è molto vicina alla vita dell'autore, infatti i due protagonisti sono i suoi zii, zii presi come esempio, per andare a sottolineare l'importanza del sogno e della capacità di sognare, accompagnata però dall'impegno per la realizzazione di questi sogni. Un moto di speranza questo, un libro che forse dovremmo leggere e prendere come esempio, soprattutto in un momento buio, come questo.
Non  è la perpetua notte ,  è solo notte, poi il sole risorgerà...a metà fra Catullo e la propaganda cinese.

Questo è uno di quei libri per i quali ringrazio particolarmente il club del libro: non avrei preso in mano un libro dal titolo 'non temete per noi, la nostra vita sarà meravigliosa', sbagliando , perché leggendo le recensioni mi è venuta voglia di leggerlo. Dovremmo liberarci tutti dei pregiudizi, però alle volte è difficile farlo, per fortuna esiste il confronto!!!

Shah in shah di R.Kapuscinski
Euro 7

L'autore, giornalista, vive lo scoppio della rivoluzione iraniana e ricostruisce attraverso una sorta di ricostruzione filologica, dettagliata e ben documentata, le cause ed i motivi che hanno condotto alla drammatica rivoluzione khomeinista.
Le recensioni sostengono che tutta la narrazione sia molto 'umana' e quindi non sia una mera descrizione di ciò che sia o meno accaduto, ma bensì , un racconto degli anni attraverso la verità e gli occhi di chi l'ha vissuta sulla propria pelle , questa verità spesso ignorata e trattata come storia troppo recente per essere storia. (opinione della Penelope, purtroppo esistono ancora storie di serie A, occidentali prettamente, e storie di serie B, volutamente poco diffuse, per paura che possa risultare umano tutto ciò che torna bene non ritenere tale, vicino, ciò che vogliono farci credere, lontano.).

La misura della felicità di Gabrielle Zevin
Euro 16
Definito come un 'inno d'amore per i libri', non poteva non rientrare nelle proposte per il club di marzo!
Racconta la storia di un uomo stufo di fare il libraio (Non concepibile, ma lo rispetto), che si trova a vivere una perdita dolorosa e ritroverà l'amore per la vita attraverso il rapporto con una piccola bimba.
Condividere un libro è il miglior modo di aprire il nostro cuore e dire qualcosa di noi, questa è un'espressione del testo ed io non posso che condividerla.
Molte le recensioni, parecchie buone.

Le ragazze segrete di Kabul di Jenny Nordberg
Euro 18

Un libro, un romanzo, che tratta un tema molto particolare del quale si sente parlare da poco, ovvero, le ragazze 'segrete' ragazze che si vestono come maschi, fino al momento in cui dovranno sposarsi e tornare ad indossare vesti femminili. Questo libro ci racconta una realtà piuttosto distante dalla nostra e al contempo vicina, donne costrette a rimanere uomini per poter essere libere, donne che sperano di non esser chieste in sposa, per poter continuare la propria esistenza così come la desiderano.

Credo che questo libro possa essere molto importante per completare quella sorta di percorso che , pur non avendo scelto di intraprendere, abbiamo inevitabilmente intrapreso: sarà che il nostro club è un club al femminile, una sorta di gineceo involontario, ma se possiamo ricostruire le discussioni più interessanti, sono nate da libri su donne, scritti da donne.
E questa realtà di donne che si fingono uomini per poter vivere da donne libere, in qualche modo mi fa pensare a Simone, a Carla Lonzi ed anche alla Serrano.
Perché forse, spesso, anche in occidente, anche nella nostra realtà, siamo costrette ad assumere atteggiamenti maschili, spesso negativi, per poter sentirci libere.
Ovviamente non mi riferisco a maschile e femminile come categorie invalicabili, per carità, e non voglio neppure generalizzare, ma mi riferisco piuttosto ad atteggiamenti storico sociali che vanno a rappresentare, spesso, un comportamento, ma non sempre.

Propongo un testo, inoltre un po' di parte probabilmente. Anzi, non prendiamola come proposta, ma come testo che volevo leggere da un po' e allora lo condivido con voi. Diciamo no al Penelopecentrismo.

Il canto di Penelope Margaret Atwood
Euro 13

Il mito del ritorno di Odisseo.
Penelope che dall'Ade racconta la sua storia. Punto di vista femminile, di Margaret. La causa femminile, edita Ponte alle Grazie.
PIOVE SUL BAGNATO, INSOMMA.



Spero di essere stata imparziale, non lo so, non ci riesco mai, soprattutto quando si tratta di libri, ma le proposte sono state tutte belle e a stento non comprerò tutti i libri nominati.
Nel caso in cui abbiate altre proposte, prima del 10, cercherò di postarle.

Per il momento ci vediamo martedì prossimo con il libro Muchachas vol 1.
(voi che avete già letto il 2 e il 3 non spoilerate, grazie, comunque cercherò di mettermi avanti prima del prossimo incontro :) )


lunedì 23 febbraio 2015

Attraversiamo.

"Non ci si libera di una cosa evitandola,
ma soltando attraversandola. "

Cesare , quello perduto nella pioggia ad aspettare il suo amore'ballerina', Pavese.

martedì 3 febbraio 2015

Club del libro di gennaio- E le stelle non stanno a guardare

Il prossimo appuntamento   con il club del libro sarà lunedì 2 marzo, con il libro Muchachas volume 1.
(Libro presente anche nella lista dei desideri di Penelope ).

Oggi ho giocato tutto il giorno, mi sono fatto le unghie nella sedia della cucina, ho corso velocemente e per due volte sono riuscito a spostare tappeto e tavolino, senza far cadere nulla purtroppo.
Poi, mentre miagolavo davanti al nulla, la mia umana è uscita ed è tornata con altre umane.
Si sono sedute sulle mie sedie, hanno appoggiato le loro cose sul mio tavolo e disturbavano il mio silenzio.
Così prima ho cercato di conquistarle gettandomi a terra, carino e coccoloso, e poi ho compiuto il mio attentato al tavolo.
Mi hanno cacciato.
Allora mi sono nascosto.
E ho fatto prendere a tutti un bello spavento.
Ho origliato tutto comunque.

Alessandro Magno


Gatto  a parte, stasera abbiamo parlato di libri, più che di un libro in particolare, infatti, non abbiamo speso troppo tempo per recensire Borgo Propizio e le sue storie magiche, ma non troppo, reali, ma mai troppo.
Una lettura leggera, un libro delicato, dove i dettagli non sono troppo profondi e nonostante i temi siano tanti e spesso pesanti, vedi un aborto piuttosto che l'omosessualità, vengono appena accennati, senza dar luogo a particolari riflessioni, sono temi volutamente trattati con leggerezza.
Insomma, se dovessimo trovare la nota positiva in questo libro, sarebbe la leggerezza,
se ne dovessimo trovare una negativa, sarebbe sempre la leggerezza.
Un libro di 'svago', da leggere a letto, in treno, quando si è malate, di sicuro un libro che sarebbe apprezzato dalle nostre nonne, è stato definito il Don Matteo letterario : qualcosa di sereno, senza colpi di scena improvvisi, sangue, scene di sesso esplicito, insomma, un libro sereno e leggero.

La delusione è ricaduta ancora una volta sugli ultimi libri di Baricco e alla sua 'consueta presunzione stilistica', che invece non è presente nel borgo stellato, fortunatamente.
La gioia ricade ancora una volta sulle Dieci donne che abbiamo letto e consigliato alle nostre amiche, qualche volta persino regalato.

Abbiamo chiaccherato a lungo e sono usciti fuori molti titoli e molta voglia di condividere.
Come al solito però, abbiamo dedicato pochi minuti alla scelta del libro, allora, propongo una soluzione, ovvero,mi occuperò di raccogliere i titoli e pubblicarvi i trafiletti di trama e recensione, in modo tale che arrivate all'incontro, si possa essere già orientate verso uno o più libri, stasera sono usciti vari titoli che dividerò fra i consigliati e le proposte.

CONSIGLIATI
La nave di Teseo
Il cane ucciso a mezzanotte
La trilogia delle fiabe di Sepulveda
Orgoglio e pregiudizio
Il caffè della gioventù perduta

Dieci donne, ovviamente


PROPOSTE
Ippopotami e sirene
Io e Billy (in copertina ha un gatto )
Shah-in-shah
Non temete per noi, la nostra vita sarà meravigliosa
Gli anni al contrario


Ps noi abbiamo deciso di amare i libri a scatola chiusa, quelli che compri, in base agli aggettivi della trama. Ne voglio uno con scritto 'isterica, logorroica e polemica'.

Pps abbiamo parlato molto, ma no, non mi sembra il caso di scrivere qui, in fondo AlessandroMagno potrà scrivere le nostre memorie :)
Pace amore e dolcini per tutti

venerdì 12 dicembre 2014

La lista di Penelope

Questa è la simpatica storia di Penelope.
Penelope esce di casa e compra un Kindle.
Lo mette sotto carica.
Lo accende.
Lo ripone in un armadio.
E scrive questa lettera.

Inutile discutere di come Penelope viva d'attese, ma esistono attese che mettono in croce l'anima ed altre che parlano una dimenticata lingua di desiderio ed emozione.
L'attesa di Babbo Natale, appartiene alle attese 'buone'.

Caro Babbo Natale,
mi chiamo Penelope, nel 2014 non sono stata buona, ma buonissima!
Ho dato il meglio di me a chiunque ne avesse necessità, ho cucinato quasi per tutte le persone che conosco, ho dato amore e dolcetti.
Ho consolato, ho temuto di perdere qualcuno , ho amato, ho battuto la testa contro una mensola di legno, ho mangiato un numero considerevole di gelati pistacchio e amarena.
Ho preso qualche ciucca e da almeno due non credevo sarei riuscita a riprendermi, ma con grande sorpresa, mia e di chi mi ha tenuto la testa, sono ancora qui.
Ho dato, ho dato ed ho dato, molto più di quanto avrei creduto di poter dare, sicuramente molto più di quanto avevo da dare, ma sono felice quando la sera poggio la testa sul cuscino, di poter assolvermi, per qualcosa, ogni tanto, non spesso.
Ho creduto in tutto quello che ho fatto, ci ho messo anima e corpo, lacrime e sangue, tenerezza e rabbia, perché quelle come me, quando intravedono un' ingiustizia, non si limitano quasi mai, senza pensare alle conseguenze, che spesso sono viola, come i lividi che ci portiamo addosso quando al termine di una corsa, inciampiamo e nessuno viene a darci una mano. Di buono c'è però, che verso il quinto livido, capiamo come fasciare il nostro dolore e allora, sul fianco massacrato, possiamo nuovamente posare le mani, in segno di sfida o di testardaggine.
Vorrei scrivere nero su bianco, come io abbia smesso con le dipendenze, ma non sono capace di fare l'ipocrita, neppure sotto false sembianze, e allora lo dico: ho cambiato dipendenza, ho detto addio alle sigarette ed abbracciato i carboidrati come se la mia intera esistenza dipendesse da loro. Perché fino a quando non sarò in grado di correre di nuovo, voglio camminare a testa alta.

Alla fine della storia, caro Babbo Natale, questa è la lista dei libri che vorrei trovare sotto l'albero.
Invito chi passa di qui , a lasciarmi il proprio elenco fra i commenti, perché un libro a Natale, non si nega a nessuno.

1- Da Gramsci a Occhetto. Nobiltà e miseria del PCI (1921-1991)
2-Muchachas 1, 2, 3 (e/o)
3-La regola dell'equilibrio
4-la guerra dei nostri nonni
5-Tempesta
6-Giuda
7-Avrò cura di te
8-La nave di Teseo
9-Il paese delle nobili signore
10-Nel caffè della gioventù perduta
11-Applausi a scena vuota
12-L'ora di lezione
13-L'erba delle notti 
14-Il secolo spezzato dalle avanguardie
15-Rete padrona
16-La lista di Lisette (copertina più bella di sempre)
17-Le stanze del tempo 

martedì 2 dicembre 2014

Club del libro 24 novembre 2014- Dieci donne

spumini fatti in casa

the

libri <3
NB Le foto sono la dimostrazione di come il club del libro nasca per cancellare i sentimenti di colpa dello strafogarsi. NB
Ed eccoci qui, con un po' di ritardo, a raccontare l'ultima riunione del club del libro.
Come prima cosa, vorrei esprimere la mia felicità nel poter constatare come il nostro club del libro non solo continui a riunirsi, ma si sia rivelato un piccolo universo di idee, opinioni, interessi e modi di intendere e vivere la vita.
Per me è una gioia poter ascoltarvi mentre raccontate chi siete attraverso ciò che avete vissuto, chi diventerete, attraverso i vostri progetti : perché si, io, come Marcela Serrano, credo nel determinismo.
Nulla di particolarmente estremo 
, ma io credo che ognuno di noi sia il risultato di ciò che ha vissuto, almeno in parte ; certo, non è detto che due individui sottoposti agli stessi fenomeni, reagiscano in modo identico, anzi, ma credo che a seconda della propria personalità, si possa essere figli delle esperienze vissute.
(banalmente, se tocco il fuoco e mi brucio, non lo tocco più, ma se sono un'autolesionista invece lo toccherò ancora, più e più volte: in ambo i casi comunque, l'esperienza vissuta mi segna e mi insegna che una fonte di calore può bruciarmi)
Dieci donne: Francisca, Manè, Juana, Simona, Layla, Luisa, Guadalupe, Andrea, AnaRosa, Natasha.
 Nove donne problematiche ed una curatrice dell'anima che si rivela nell'epilogo paziente delle sue stesse pazienti.
O almeno, questa è la spiegazione, in base agli eventi vissuti da Natasha e raccontati per voce della sua assistente, che abbiamo dato alla sua stessa assenza e alla mancanza dell'elemento che univa nove storie così differenti fra loro.  In particolare io e altre due partecipanti non siamo state capaci di accogliere in maniera positiva quella che abbiamo definito una'mancanza di coerenza' sul finale.
Struggente la storia di abuso, accennata appena, velatamente raccontata da un post, ma non da un pre, che comprendeva tra le vittime diverse generazioni di donne mute. Mi soffermo su questa storia in particolare, la più lontana, per fortuna, dalla mia vita, per imprimere su queste mie pagine il ricordo del 25 novembre, giornata contro la violenza sulle donne.
La nostra riunione è avvenuta il 24, una riunione al femminile, avevo davanti agli occhi tante giovani donne, forti, amiche, più e meno intime, compagne di letture e di risate, giovani donne alle quali vorrei dire di non sentirsi mai sole, qualsiasi cosa accada nelle loro vite, donne per le quali la mia presenza è assicurata sempre, ora, come fra dieci anni. 
Il 93% delle donne vittime di violenza domestica non denunciano.
Ci sono miliardi di fattori che causano questa mancata denuncia, ma tutte insieme, amiche lettrici, amiche non lettrici, ma anche non amiche, tutte insieme, donne, facciamoci forza, denunciamo sempre. Aiutiamo a far denunciare. Ma poi cerchiamo anche di esserci, perchè lasciare una vittima di violenza sola, significa nella maggior parte dei casi mandarla nuovamente dal proprio carnefice.
Dire "denunciate"è facile, quando non si tratta della propria vita, cerchiamo di renderlo facile da FARE e non da DIRE. 
Una madre che acconsente abusi sulla propria figlia, non è una madre.
Sono andata fuori tema, lo so, ma avevo bisogno di gettare fuori lo sdegno nei confronti di un certo tipo di mondo, che va necessariamente cambiato, non domani, ma oggi, non dal prossimo, ma da noi.

Una vittima di abusi da parte di un familiare, descritta affianco ad una giovane ragazza lesbica, unica a quanto pare, capace ad accettarsi, ma al contempo incapace di stabilire un rapporto sereno, anzi, incapace di stabilire un rapporto senza entrare in un bagno ( spoiler come se piovesse). Un linguaggio estremamente giovanile e colloquiale, divertente e leggero, esprime una logica e uno stile di vita quasi inafferrabile.

La figlia di una donna che decide di abbandonare la propria casa, la propria famiglia, la propria pelle, in seguito alla morte di un figlio.
Davanti alla morte di un figlio, ogni reazione è permessa. Ma nel momento in cui , forse per amore di un'altra donna, forse per disamore nei confronti di se stessa e del resto del mondo, decidi di uccidere, metaforicamente parlando, l'altra figlia?
Ci potremmo chiedere se anche l'abbandono è un abuso, se lo sarebbe stato nel momento in cui a sparire fosse stata una donna che davanti alla denuncia di una figlia reagisce facendo finta di nulla, se lo è quando a farlo è una donna egoista, amante di libri, di cinema, amante, aggiungo, della malattia, più di ogni altra cosa al mondo.
Essere donna ed essere madre.
Non è facile. Non è facile essere, in generale, in un mondo come quello moderno, figuriamoci essere ed appartenere a due fra le categorie più fragili, contemporaneamente. Donna e madre.
Donna e madre come la donna che per essere serena deve fingere un viaggio di lavoro, nel deserto, dedita alle cure del corpo e della mente.
Un deserto di solitudine che smette di essere rasserenante, non appena la mette con le spalle al muro, costretta dalle urla del silenzio a fare i conti con un marito che non ama più e dei figli che forse non voleva.
Pensare allora diviene una forma di auto-abuso e tornare alla quotidiana incapacità di scelta e cambiamento, diviene forse, l'unico modo di continuare, ignava, a non scegliere. Meglio avere un marito che non ti soddisfa, piuttosto che non avere nessuno.
Molto strano il rapporto di queste donne con la solitudine:
la vittima di abusi si colpevolizza e sceglie di non avere contatti con gli uomini,
la madre che in seguito ad una forte depressione finisce per vivere una solitudine folle, folle in mezzo alla folla, sceglie la strada e non la casa, la donna affermata che ha una famiglia sceglie di vivere la solitudine accanto al marito che silenziosamente si autosoddisfa nella stanza accanto.
La moglie del desaparecidos non vive la sua solitudine, perchè smette di vivere ed inizia ad aspettare.
Lei aspetta. Aspetta ed aspetterà. Questa donna mi ha fatto tenerezza e rabbia al contempo, donna e madre che preferisce attendere per sempre piuttosto che aprire gli occhi, i propri e quelli dei figli.
La donna che sceglie il divorzio, per affermare un'indipenza forse, incapace di accettare un uomo dal carattere poco deciso o quello dal carattere troppo deciso, insomma, incapace di accettare.

Nove storie, diverse, per nove donne diverse, ognuna con un proprio mondo interiore e un modo di vivere, un diverso reddito, una diversa istruzione, insomma nove storie accumunate da patologie e dinamiche malate.
Alcune più condivisibili di altre, alcune più comprensibili di altre, considerata l'èta media e le esperienze di vita più o meno di tutte noi.
(Non per entrare nello specifico, ma nessuna di noi ha avuto due divorzi e due figlie, per il momento)

Un bel libro, consigliabile e consigliato, ben scritto, decine le citazioni bellissime, anche riguardanti Simone, tantissime le frasi che abbiamo scelto di sottolineare.

"...odiavo la linguistica e la fonetica e che mi piaceva solo leggere. Il piacere della lettura rischiai di perderlo per eccesso di analisi, in fin dei conti è questo che nelle università si fa con i libri: li si analizza."

Fra le tante frasi, vi lascio con questa, perchè al momento mi caratterizza più di ogni altra.
Leggete Dieci Donne, così come dovreste leggere 'Una donna spezzata'.

Il prossimo incontro sarà il 22 dicembre, abbiamo deciso di organizzare una piccola cena per festeggiare tutte insieme il Natale e il 2015.
Il libro scelto è "E le stelle non stanno a guardare" .
Spero di vedervi tutti!
Alla prossima recensione!

(a breve integrerò con le foto dei dolcetti del club del libro)

lunedì 1 dicembre 2014

O Licino o Licinio, insomma, O tu, amico di Catullo.


"Hesterno, Licini, die otiosi multum lusimus in meis tabellis, ut convenerat esse delicatos: scribens versiculos uterque nostrum ludebat numero modo hoc modo illoc, reddens mutua per iocum atque vinum. atque illinc abii tuo lepore incensus, Licini, facetiisque, ut nec me miserum cibus iuvaret nec somnus tegeret quiete ocellos, sed toto indomitus furore lecto versarer, cupiens videre lucem, ut tecum loquerer, simulque ut essem. at defessa labore membra postquam semimortua lectulo iacebant, hoc, iucunde, tibi poema feci, ex quo perspiceres meum dolorem. nunc audax cave sis, precesque nostras, oramus, cave despuas, ocelle, ne poenas Nemesis reposcat a te. est vehemens dea: laedere hanc caveto. "

CARME50CATULLO

O Licino, O Licinio, O, l'importante è che tu non sia Allio o Manlio, ma anche entrambi.

Ogni tanto capitano delle cose belle.
Banalmente, ho sempre amato il carme 5 o il 51, ma da oggi, il carme 50 (che mi ricorda oltretutto giornate trascorse a scrivere con la mia migliore amica in piazza dei Miracoli... e un quadernino rosa...), sarà per sempre il mio carme preferito.






venerdì 28 novembre 2014

Infantilismo

Ho un esame a breve,
studio la notte.
Mi concedo Janis Joplin 
e mi mandano i carri armati.

Il prossimo club del libro si riunirà lunedì 22 dicembre
il libro del mese è "E le stelle non stanno a guardare".

Ma non posso godermelo come vorrei,
considerate le paranoie che Catullo amava mettere in versi.

Catullo io ti amo e ti odio,
ti ho sempre amato perchè ci siamo sempre assomigliati, ahimè.
Ma mai quanto adesso ti odio,
per la lunghezza spropositata del tuo carme 68.

Capitemi,
ho anche smesso di fumare.

A breve troverete la recensione del club del libro di novembre!

Torno a Lesbia, Manlio, Allio e Laudamia.
 

domenica 26 ottobre 2014

Club del libro ottobre 2014 - Aceto Arcobaleno (E.De Luca)

Quello che un po' tutti ci siamo chiesti in realtà, è il perché di questo titolo.
Due parole affiancate, così, interrotte da una virgola, un senso logico difficile da interpretare. 
Forse però, è il titolo più tenero che Erri abbia mai dato ad uno dei suoi libri, ma questo, si può affermare, solo addentrandosi in quelle 115 pagine che delimitano , forse, uno dei racconti più lunghi di Erri.

( l'autore non è nuovo ad una denominazione particolare e forse anche eccentrica, si ricordano titoli come "Tre cavalli", "Il contrario di uno","E disse", "Tu, mio", "I pesci non chiudono gli occhi", "Il peso della farfalla".)

"Tu insegnavi aceto e arcobaleno, senza giudicarli me li mostravi e a me spettava di scegliere tra essi. Così fa il porcospino mostrando ai suoi piccoli ogni cibo, anche il velenoso, lasciando che ognuno di essi decida il proprio pasto."
p 46

Non ho potuto esimermi dal sottolineare questa frase, vi ho ritrovato la figura maschile che attribuisco ad Erri e forse, anche un modo di esser uomini e di esser padri.
In un momento storico come questo, dove all'interno della famiglia 'tradizionale', spesso, si ripropongono i problemi causati dalla scarsa capacità relazionale e sentimentale che attanagliano la società , trovare un uomo che descrive una paternità importante, seria, una sorta di paternità- modello, anche difficile da comprendere, è gratificante.

Certo, fra gli intenti dell'autore non credo ci sia la volontà di plasmare figure genitoriali attraverso il modello del padre buono, volutamente buono, così onesto da destare quasi vergogna ai figli cresciuti in una società dominata da ben altri valori ( si ritorna sempre lì, il più 'forte', poi tramutato nel più 'furbo' dominano con il loro disvalore quella scala valoriale ormai disprezzata e calpestata), il contesto in cui questo libro è stato pubblicato è un contesto abbastanza differente, era il 1992, non si sentivano storie di ragazzini stuprati con pistole ad aria compressa, non giravano video amatoriali su w app, Silvio non era ancora sceso in campo, l'Italia era apparentemente sconvolta da Tangentopoli , era il 1992 e l'Italia era distrutta dalla strage di Capaci.

Questo libro non mi è piaciuto quanto gli altri libri di Erri De Luca, forse mi sono piaciuti dei tratti, ma la narrazione esageratamente 'impalpabile' ( si, è un termine improprio, concediamocelo), i periodi privi di soggetti riconoscibili, i dialoghi quasi mai segnalati, il cambio dei personaggi quando meno ce lo potremmo aspettare, mi hanno creato un po' troppa confusione.

Non solo a me, a quanto pare, visto e considerato che è stata opinione unanime delle presenti alla riunione del club dello scorso mercoledì, definire troppo complessa la narrazione e lo stile, almeno, del primo racconto dei tre.

Abbiamo voluto scorgere un parallelismo con il libro dello scorso mese:
"Una donna spezzata", libro composto da tre racconti, ha scaturito in noi sfumature completamente opposte a quelle nate con Aceto, arcobaleno:
nel caso del romanzo di Simone, infatti, il primo racconto ci ha appassionate moltissimo, il secondo ci ha catturate, il terzo è stato letto perchè era in fondo al libro. Con Erri, quando siamo partite, avremmo voluto cambiare libro, ma quando siamo giunte alla fine, avremmo desiderato ulteriori racconti.

Per chi non conoscesse la vita dell'autore, che personalmente stimo, sarebbe utile compiere una piccola ricerca biografica prima di intraprendere la lettura. Nel secondo racconto, di violenza, violenza costretta, violenza contro di sé, violenza rifiutata, calpestata, schifata, violenza che diviene principio di una lotta che non prevede sostanzialmente violenza alcuna, ho voluto ritrovare una scelta personale, raccontata in quelle pagine, in quel 1992 così violento per il nostro paese.
(Sono supposizioni sia chiaro, ho idealizzato sicuramente l'autore come faccio con tutta quella serie di uomini che stimo.)

Camilla, una delle partecipanti che è stata con noi telefonicamente, ci ha comunicato una sua visione piuttosto positiva nel complesso, andando a sottolineare quanto sia poi attuale l'insieme dei  temi raccontati, spesso, anche in piccole pillole, quasi aforismi.

"Dietro l'uguaglianza della polvere a ognuno la sua pelle." p 22
Collegata a tutto quello che sta accadendo in Italia,  a Mare Nostrum, giusto per trattare ancora una volta uno dei temi più violenti che alcuni sostengono, altri rinnegano, ma altri ancora ignorano. Un bellissimo spunto, un bel collegamento che dimostra come sia bello condividere opinioni ed idee riguardo allo stesso testo, per pensare, riflettere e spesso avere nuovi punti di vista.

(NB colgo l'occasione per sottolineare come il "Mare Nostrum"sia stato utilizzato come propaganda anche in epoca fascista. Ovviamente ognuno di noi ha proprie opinioni, ma in ogni caso l'apologia del fascismo è un reato previsto dalla legge 20 giugno 1952, n. 645, di conseguenza posso offendere solo dei criminali dicendo quanto sia atroce voler utilizzare nel 2014 un richiamo ad una delle epoche più buie, violente  ed ignoranti della storia italiana.)

"Avevi conosciuto l'amore così. Uso questa parola con immaginazione, io non l'ho toccato. Capivo che non l'amante apprende l'amore, ma l'amato, colui che accetta di essere trasfigurato agli occhi di un'altra persona, Apprendevo da te una notizia sull'amore, non quello che si prova, ma quello di un altro dal quale si è messi alla prova." p 62

Certo, frasi come queste, concetti come questi, ti rendono difficile non creare un legame con questo testo, così come quella visione religiosamente laica ( 26 ottobre, giornata degli ossimori per Penelope), che ho voluto scorgere a pagina 84, in quel
 "Ama il prossimo tuo, ma non come te stesso, misera equivalenza, amalo di più."

Questo libro non è fra i migliori di Erri, sicuramente neppure fra i migliori letti al club del libro, la copertina è stata eletta come copertina più bella fra quelle viste fino a questo punto, ricorda vagamente una foto di una nostra partecipante. In ogni caso, credo ne sia valsa la pena. Il prossimo appuntamento con il club del libro sarà lunedì 24 novembre alle h 21, il testo è della cilenissima (Penelope ama i cileni, ma non sarà di parte) Marcela Serrano - il titolo del testo è "DIECI DONNE".
ORA VI AUGURO UNA BUONA LETTURA, NON VEDO L'ORA CHE SIA IL 24 NOVEMBRE PER DISCUTERNE!

citazioni della serata: "Erri De Luca ha scritto questa roba perchè non aveva mangiato."

Il commento di Penelope:
Questo pensiero nasce in collegamento con Aceto, arcobaleno, con l'idea di un uomo che racconta un uomo, di una visione di una paternità messa nero su bianco, non infallibile, priva del mito della forza fisica, quasi romantica, sicuramente tenera. Io da sempre sono una sostenitrice di una di quelle tipiche americanate chiamate "pedagogista scolastico" e no, non ne sono sotenitrice solo per tirare acqua al mio mulino, come si suol dire. A mio parere, parere creato in parte da una certa sensibilità della quale mi faccio portatrice a tratti, in parte grazie a piccole competenze - sono 23 anni che studio ormai, lasciatemi avere dei pareri- , nelle scuole italiane dovrebbe essere introdotta come materia scolastica, l'educazione sentimentale e relazionale, possibilmente nell'orario scolastico, ma anche al di fuori di esso, credo sia importante che i giovani abbiano qualcuno al quale rivolgersi e al contempo qualcuno che possa rassicurarli. Sempre più spesso noto come la figura maschile, in quella che ho voluto chiamare famiglia 'tradizionale' ( e sia chiaro, non credo assolutamente che sia l'unico tipo di famiglia, anzi, sicuramente nella maggior parte delle famiglie costituite da due donne e bambini o due uomini e bambini non ci troveremmo davanti a una problematica simile a quella esposta) , sia una figura priva di una relazionalità affettiva nei confronti dei propri figli: si scambia il concetto di virilità con quello di distacco. Il distacco non fa mai bene ai bambini, ma neppure agli adolescenti, essere uomo e padre e dire 'ti voglio bene', è importante per i figli così come è importante per i padri, è sbagliatissimo considerare i comportamenti affettuosi delegati alla madre, esclusivamente femminili. Bisogna saper educare i bambini ed i ragazzi a sapersi relazionare con i propri sentimenti, per sapere esprimere in modo sano la rabbia ed in modo altrettanto sano l'amore. Ora come ora, la rabbia e l'odio prevalgono su un amore su cui ha prevalso la violenza. Fate voi se non è il momento di cambiare.
Grazie.

venerdì 12 settembre 2014

Club del libro 11. 9. 2014 : Una donna spezzata.

Ieri sera si è svolta la riunione del club del libro di settembre, il tema, che sarebbe dovuto essere "Una donna spezzata", si è inesorabilmente incagliato sull'argomento " elettroshock", cambiando radicalmente la serata.


Se tutte le strade portano a Roma, tutte le storie portano all'elettroshock !

(In realtà non vorrei scherzare su un tema così delicato e così doloroso, 
in pratica, quando ti trovi al tavolo con cinque donne intelligenti, 
ti rendi conto di come si possa veramente scherzare su tutto, senza mancare di rispetto e serietà su nulla.)

In ogni modo, ponete un punto di partenza, mettete una manciata di persone con una gran bella testa ad un tavolo e i voli pindarici non potranno esimersi : condurranno il gioco.

"Una donna spezzata", Simone non ci ha deluse, con la sua abile penna è riuscita a fingersi tre diverse donne, con tre diversi linguaggi e tre diversi stili, senza tradire il filo conduttore che fa da tramite fra le pagine e le storie di queste anime.
Partiamo dall'ultima, una donna spezzata, da una caduta improvvisa, da una caduta fisica e morale, da una caduta nei confronti di se stessa, ma anche nei confronti della figlia che ha deciso di abbandonare alla morte.
Se leggessimo una storia simile sui quotidiani, ci indigneremmo davanti ad una madre che lascia morire la figlia , sui social spopolerebbero post su come certe donne non debbano essere madri, alcuni probabilmente ricercherebbero motivazioni quali la droga, la mancanza innata di valori,
             (in base all'età della donna perchè si sa che se sei una madre giovane, sei una snaturata che esce e di conseguenza il figlio è      problematico / se sei una madre meno giovane, sei un'egoista estremamente opprimente e di conseguenza il figlio è problematico - insomma, se sei madre sbagli, ma anche se scegli di non esserla, sbagli comunque-)

la nazionalità, un padre assente oppure troppo presente: saprebbero distinguersi i programmi condotti da donnine di plastica e quello condotto dall'amante dei plastici.

In questo terzo racconto invece, manca l'indignazione di Simone, è il personaggio che parla di sé a sé, ci comunica cosa sente di essere, vomitandosi addosso racconti, rancori, sentimenti, come se il trauma di una caduta il 31 dicembre, l'avesse ammaccata così forte  da aprire uno spiraglio, passaggio diretto fra il fuori ed il dentro , fra la sua anima e il mondo popolato da idioti irragionevoli, fra la sua innocenza e la colpevolezza del mondo circostante.

Il filo conduttore, o almeno uno dei fili, che abbiamo intravisto è questo: l'incapacità di prendersi delle responsabilità, indipendentemente dal contesto, la totale mancanza di volontà di assumersi la colpa di una situazione che pian piano non solo, sfugge al proprio controllo, ma si sta lentamente degradando.

La donna numero due, una donna adulta, colta ( tutte e tre le donne spezzate sono donne colte), rivoluzionaria, affermata professionalmente e socialmente, la tipica donna dall'aria vissuta e dalla mente "aperta".
(E proprio per questo non riesco a perdonarti, delle tre, sei la donna spezzata che meno voglio 'salvare', probabilmente perché ricoprirsi di un''apparenza fatta di valori - apparenza ricercata anche dalle altre protagoniste, ma tramite espressioni differenti-, che in parte condivido, in qualche modo li svaluta e di riflesso svaluta anche una parte di Penelope,ecco.)
Talmente colta e adulta, da addossare la colpa delle decisioni del figlio, perché quando queste si discostano dalle proprie assumono l'essenza della 'colpa',  ad un'altra donna, la nuora.
Abbiamo sottolineato come questa donna,   donna spezzata da un figlio che si rivela diverso dalla proiezione di sè, che lei stessa, ostinatamente, voleva vedere,  sia ancora una volta una madre incapace di accettare e sostenere il proprio figlio.
In apparenza lo sostiene, ma nel profondo ha un'opinione talmente bassa di lui, da pensare che una donna, in combutta con il suocero, potesse traviare il suo bambino.

Una delle partecipanti (che brutto termine!lo so! non trovo carino scrivere il nome però...)
che fra pochi mesi ci renderà zie,  ha detto : "Anche se è estremamente difficile da accettare, il figlio è tuo, ma non è comunque tuo, è una persona diversa da te."
Esprimendo così una grande verità, del tutto assente da questo secondo racconto : si vive la presenza di questo figlio, adulto, come un prolungamento della propria persona, in tutto e per tutto.

Il padre invece, figura importante, perché come ci ricorda un'altra 'partecipante' "i figli si fanno in due e si crescono in due", sembra abbia in qualche modo accettato il figlio, sicuramente più della madre, ma alla fine, la triste realtà è che questo figlio, nato da due persone incapaci di vivere una dimensione 'comune', incapaci di creare un nucleo familiare probabilmente, non sia 'abbastanza' per nessuno dei due genitori.
La madre, è stata solo più abile nel plagiarlo, non fosse riuscita lei, probabilmente, sarebbe subentrato il marito, con le sue aspirazioni non raggiunte e questo limite prestabilito, oltre al quale, qualsiasi cosa, pensata o vissuta, non sa assumere i connotati della genialità.


Idealizzazione: un altro filo conduttore del libro, insieme al rifiuto della colpa e alla necessità di vivere di apparenze.

A questo punto devo citare un'altra partecipante che con: "Autocritica è una parola che dovrebbe far parte del vocabolario!" *, è arrivata dritta al punto, soprattutto per quanto riguarda la donna spezzata dalla sua volontà di spezzarsi del racconto numero 1.

Sei bella, sei ricca, sei colta, sei sana, hai due figlie grandi.
Tuo marito, il grande uomo idealizzato che vive con te, ti tradisce: 
la prima versione dice che è stata una'bottaevia', già la seconda, afferma un rapporto, alla terza risulta evidente un legame di fondo tra loro.
La quarta versione non esiste, ma tu sei a casa da sola e lui è in vacanza con lei.
Noi, cara donna spezzata, noi ti abbiamo capita, ti abbiamo sostenuta, ti siamo state accanto per interi capitoli dicendo e pensando: "uominidipupù".
Arrivate a questo punto però, ci saremmo aspettate che tu facessi i bagagli e andassi a trovare tua figlia, ti facessi un viaggio in giro per il mondo, o che corressi almeno a mangiare in quel ristorante giapponese dove non andavi mai perché a tuo marito il giappo provoca bruciore intestinale! 
Invece no, tu ci sei caduta in basso donna spezzata, ti sei affidata ad amiche che non erano amiche, donne pronte a fare gossip secondo i turni delle presenze/assenze, ma soprattutto ti sei affidata al giudizio dell'uomo che ti ha tradita per anni.
Non sei stata capace di accettare la realtà ed hai sempre preferito lottare per ottenere ottime superficiali espressioni di qualcosa di inesistente: un matrimonio perfetto, una casa perfetta ristrutturata di recente, due figlie diverse, ma ugualmente perfette.
E non ti rendi conto che l'uomo che decidi di tenerti, l'uomo che ti tradisce da anni, ti giudica un'incapace ed è così abituato a non rispettarti, da permettersi di giudicarti come madre e come donna.
Tu ci hai deluso, ci hai deluse tutte e questo non potremmo mai perdonartelo.


Si, certo, il contesto è importante: siamo negli anni 60', una realtà ben differente da quella che siamo in grado di percepire, ma in fondo, oltre a quella parvenza di emancipazione che abbiamo ricevuto in dono ( e che, tuttavia, riusciamo a calpestare volontariamente), quante volte scegliamo di vedere qualcosa che in realtà non è, è cambiata, oppure semplicemente, non è mai stata?
La linea di confine fra il non voler accettare e far di questa mancata accettazione una lama con la quale segnarsi fino a divenire per nostra stessa scelta, donne spezzate, è sottile e spesso rivestita da 'inibitore del dolore'.


Inoltre, la riflessione sugli ideali di fondo di queste donne, mi fa riflettere.
Una delle mie grandi paure è non riuscire a vivere secondo i valori che sento miei, che in qualche modo, in termini non assoluti, sento essere' giusti', tradire i propri valori è un po' tradire se stessi e non essere fedeli a se stessi, questo lo so, non è mai un buon punto di partenza per nulla.

Per esempio, credo fermamente nell'esaltazione della diversità: anche se bisogna cercare ciò che unisce e non ciò che divide, nel momento in cui incontro qualcosa di diverso da me, voglio esaltarlo e non distruggerlo.
Attuare questa esaltazione non è facile, alcune volte mi limito al 'tollerare', ma altre invece, ci sono diversità che mi entusiasmano, nonostante magari siano molto distanti da me.
tutto questo giro di parole per dire: ho iniziato la saga del trono di spade e mi piace tanto e sono veramente felice che un'amica, partecipante, abbia avuto occasione di farmela conoscere!



La serata è stata splendida come sempre, tortine e dolci in quantità industriali,
(posterò le foto a breve!)
libri, parole e due nuovi partecipanti: una giovane donna coraggiosissima e poi... AlessandroMagno, il mio nuovo micio che ha ricevuto coccole in quantità.
(al momento dei saluti voleva andarsene anche lui...)



IL PROSSIMO APPUNTAMENTO SARÀ LUNEDI 13 OTTOBRE ALLE ORE 21:00
CON IL LIBRO "IL PANNELLO"DI ERRI DE LUCA.


VI RINGRAZIO COME SEMPRE,
condividere libri è condividere amore!
(per questioni di serenità ho eliminato l'argomento 'suocere: istruzioni per l'uso')



*voglio dieci magliette con questa frase.