giovedì 11 gennaio 2018

Di poche parole.

Credo di avere per una volta nella mia vita una quantità spropositata di serotonina in corpo.
E va bene, sia chiaro, ma non sono particolarmente abituata.
Come vorrei essere sempre in grado di prendere tutto ciò che viene come in questi giorni, senza tante parole, senza troppi pesi, così, come viene.
Non sono io, non sono fatta così e quindi sto aspettando di tornare nella normalità di ansie, paranoie, dubbi, insicurezze, drammi, problemi insormontabili che poi però vengono risolti magicamente.
Ma vivere così sarebbe stupendo.

Lampo.

In questo 2018 iniziato con cibi biologici, film d'autore e un enorme testo sulla famiglia Maraini,
ho commesso l'errore di rileggere i tuoi messaggi, quelli che contenevano la parola amore.
Perché su questi super tecnologici mezzi di comunicazione, c'è la possibilità di ricercare attraverso le parole e BAM: nero su bianco eccoti le nostre conversazioni del sabato sera, quando tu mi chiamavi ed io ero sempre in giro con qualcuno che non ti piacesse.

'Amore'.

Che ricerca strana, ricercare la parola amore fra le nostre.

Quando chiudo qualcosa, la chiudo per sempre, a costo di mangiarmi le mani fino alle nocche e fingere che tu non sia mai esistito, cosa che evidentemente non posso fare con te, almeno per i prossimi sei mesi.
Poi, tu avrai la tua vita regolare, scandita da doveri imposti ed autoimposti ed io, io sinceramente dopo i prossimi sei mesi non so dove sarò e neppure a far cosa, ma questo è un altro discorso.

Non ci sarai più e sarà più facile per me dimenticare tutto quello che sei stato, quello che decisamente non sei stato e quello che saresti potuto essere, ma abbiamo scelto che non fossi.

Però hai un merito enorme, che probabilmente riesco a riconoscerti solo adesso che non sei più la mia quotidiana abitudine sana, in fin dei conti ti ho sostituito con le merendine al farro, i legumi a pranzo e la verdura a cena.

Perché anche se mi hai ossessionata con la lotta senza sosta alle mie sigarette ed ai carboidrati per cena, tu sei stato in grado di tirare fuori tutta la mia tenerezza. Tanta, forse non tutta, ma tanta. Quella che di solito riservo ai bambini o agli animali.

Sei stato veramente bravo a farmi sentire come non mi sentivo forse da anni o forse da sempre: quella dolcezza assoluta che ha accompagnato qualsiasi cosa si sia vissuta, e che mi accompagna ancora anche se non è più correlata a te.

Mi piace.

Mi piace sentirmi tenera, mi piace esprime tenerezza e forse ho capito che tutto sommato, mi piace proprio anche ricevere la tenerezza.

Non durerà.

Me la sto godendo fino in fondo, senza esclusioni, perché so perfettamente che non durerà.

Però è stato così bello tutto quello che ho vissuto grazie a te, mi hai davvero fatta sentire diversa da come io sia stata negli ultimi due anni e per un attimo mi sono davvero vista in quell'appartamento in fondo al mondo, con le luminarie così luminose, a condividere libri ed inettitudini.

Forse le differenze fra noi erano così tante che sarebbe davvero risultato impossibile vivere insieme e costruire una serenità, fra le mie continue corse e i tuoi orari così fissi e la tisana per dormire e la medicina preventiva per la gola.
Io non prendo farmaci neppure quando sono malata, figuriamoci quando non la sono.
Mi scappa un sorriso. Tenero.

Sei riuscito a tirare fuori il peggio di te in questa rottura e definirmi una da 'pace, amore ed unicorni' non è stato carino, soprattutto perché se c'è qualcosa di bello in me, sono proprio gli unicorni, la pace e l'amore ed una visione del mondo che per forza non deve essere condivisa o imposta.
Ma che vuoi capirne tu? Che hai scelto di ferirmi senza riuscire a farlo, denigrando qualcosa che hai visto da vicino, ma forse non riesci proprio a sentire.

Sei riuscito a tirare fuori il meglio di me, in questa rottura, durante la quale io ti parlo così serena, perché sento di aver condiviso, di aver visto, di aver toccato con mano qualcosa di così distante da me, che probabilmente se non ci fossi stato tu come tramite, avrei ignorato.

Molto bello. E se oggi mi relaziono a te con tutta questa tranquillità è perché  penso che ci siano legami che vadano oltre le differenze, il vissuto e persino le condizioni, quindi perché limitarsi? Abbiamo condiviso moltissimo, non parlo dei segreti, dei pettegolezzi, delle arrabbiature, non parlo di questo tentativo goffo di relazione che c'è stata, ma abbiamo condiviso la capacità di far sentire amati e coccolati, la volontà di racchiudersi in un mondo protetto, nuovo, coinvolgente.

Sarò patetica, ma sei stata la persona giusta al momento giusto ed oggi non la sei più, così come non la sono stata io, ma che importa?

Chiusa, definitivamente, tranquillamente, felicemente.

Ma con ricordi lampo che ogni tanto mi rassicurano su chi sono e ciò do: ti ho dato tanto, molto più di quello che pensavo di essere in grado di dare. Ho scoperto cosa voglio e non lo sapevo assolutamente, ho trovato tanti nuovi inizi, tanti motivi, tante doti.

Ed io ti ringrazio, lo farò sempre.
Non so se anche tu ne sarai in grado, ma di questo, poco importa.

Ho voglia di un abbraccio tenero. Ed io non ho mai voglia di abbracci e tenerezze.
Va bene così.