sabato 24 giugno 2017

I'm the sun.

Dodici anni e tredici stagioni di Grey's Anatomy mi hanno insegnato una sola cosa:
quando la tua vita è una merda, l'uomo che ami è morto oppure inseguito da un leone oppure sposato oppure in coma, la tua migliore amica è a km di distanza da te e il tuo frigo è vuoto, come sempre, l'unica cosa che possa darti sollievo è la Tequila.
Proprio per questo questa sera ho una bottiglia, questo blog ed ho appena finito di urlare alla guida della mia auto, in una strada deserta, cantando 'i'm the sun'.

Uno scheletro che chiede perdono in ginocchio, ecco come mi sento , do la sol, so la si, do la sol.

Due giorni di La Femme Piège.

Avrei voluto comporli io, i suoi pezzi, che mi arrivano dritti allo stomaco (o forse è la laringe?) senza chiedermi permesso, come se i violini ed il pianoforte fossero corde vocali che pronunciano le parole giuste al momento giusto, anche se il momento giusto è sempre quello sbagliato.

Non minimizzare ti prego e non sorridere di quello che provo e quello che sento e soprattutto, non ridere di quello che provo a dirti di sentire, perché anche se il tuo ego si eccita, il mio, si strugge.

Io, i momenti sbagliati e soprattutto, le persone sbagliate.
Che credevo giuste ed invece molto probabilmente, sono giuste, per un'altra,

Questo è un Messico senza nuvole ed io sono stanca di farti tenerezza. Tequila.

Senza limone, perché il limone è quello che crea danni e soprattutto, non ne ho in casa.

Potrei chiedere alla mia vicina polacca, con la quale ho parlato due giorni fa per la prima volta, per percorrere cento metri, un quarto d'ora, colpa del ginocchio, il suo, e dell'orecchio, il mio.

Mi sono sentita dentro La Porta, cane Viola compreso.

Dice che non mi sente mai, per forza, non ci sono mai.
Poi ha aperto di corsa la porta, è entrata e se l'è tirata alle spalle.

Lo scorso anno, in questo periodo, leggevo la Szabò e Oz e ricevevo le chiavi della scuola per la prima volta, gioendo.
Come mi mancano gli inizi.

La poetessa della quale ho declamato poesie metteva virgole a caso.
Anche io?
Ho il dubbio.
Non perché non conosca la norma, ma perché vivo l'ansia di non porre abbastanza pause fra un periodo e l'altro.
Lo faccio, spesso.
Colpa della mia paura e del mio problema con il pensiero lungo.
Sempre troppo lungo.

Domani mattina penserò di aver ingoiato il verme sul fondo della bottiglia, che ovviamente, non c'è.

Voglio scrivere uno spettacolo teatrale. Ne ho bisogno. Qualcosa di nuovo o forse di vecchio o qualcosa che sappia di me, ma non troppo.

Lo chiameremo 'Virgola' come la compagna di università che mi chiamava SanCrispino.

Oppure no, non lo so.

I'm the sun..



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