giovedì 22 maggio 2014

Movimento a tutela della FARINATA.

Farinata.
Non cecina.
Farinata.
Farinata.
Farinata.

Marmellata di fragole.

Le mie fragoline bio.


1,50 kg di zucchero

 ricoprite le fragole, lavate e private del picciolo, con lo zucchero, coprite con un panno umido e lasciate macerare per almeno 12 ore, poi versate il composto in una pentola e mescolando, lasciate cuocere e portate a bollore.
Continuate a mescolare fino al termine della cottura.
Con le mie fragoline biologiche è venuta un'ottima confettura. 


lunedì 19 maggio 2014

Il circolo dei lettori

Oggi è stata una di quelle giornate che ti levano qualsiasi speranza nel genere umano, ho avuto voglia di mettermi le mani nei capelli e scappare via urlando, almeno cinque o sei volte.
Quella che mi ha frenata dal farlo, però, è l'eccitazione dell'attesa che vivo in questi giorni, mi calma, mi agita e mi rasserena.
Martedì sera, finalmente, dopo anni ed anni, si riunirà a casa mia, il circolo dei lettori.
Quindi vorrei arrivare a martedì sera senza essere internata e tendo a sorridere laddove vorrei tirare una testata a qualcuno.
Nella mia casa, dalle mille finestre, passano persone in continuazione e questo mi fa sentire viva: mi piace sapere che nonostante gli affanni della vita quotidiana, qualcuno, si ritagli il tempo di prendere un caffè con me.
Quello che più amo in queste quattro stranzette, è la sensazione di calore e appartenenza che mi hanno dato fin dalla prima volta in cui le ho visitate.
Una vita fa.
Mi sembra sia passato un secolo dalla prima volta che ho sceso le scale e sono entrata in questo angolino, era buio, freddo, sporco, pieno di cose e di oggetti.
Io non lo sapevo, ma qui, c'èra l'uomo della mia vita, quello che avrei amato follemente, quello che sorride sopra ad ogni muro, accanto a me.
Ho amato l'uomo e la casa ed entrambi mi hanno saputa accogliere in un momento della mia vita in cui sentivo per la prima volta la gioia di essere sola: non volevo uomini, punti di riferimento, un indirizzo stabile.
Ironia della sorte.
Poi, nulla è 'capitato', anzi, lo abbiamo cercato, voluto, abbiamo lottato disperatamente per riuscire ad ottenere ciò da cui entrambi abbiamo sempre voluto fuggire. Ogni tanto sento ancora il senso di colpa scorrermi addosso, quando penso ai baci rubati mentre pitturavo la camera di rosso, alle poesie lette seduta su una scala, mentre cambiavo i lampadari e i sorrisi legati alla stuccatura del corridoio. Dura un attimo e poi sparisce, però.
In questa casa ho sentito il peso delle responsabilità, è vero, ho rotto qualche bicchiere preda di qualche bicchiere di troppo, ho sentito la libertà, la solitudine piacevole di quando è mattino e il sole batte sulle finestre.
Spesso mi alzo presto, anche se non ho un impegno preciso, bevo il caffè in cucina, poi esco a fumare avvolta nella coperta e mi sento viva.
Ho delle piante da annaffiare, delle fragole da raccogliere, un piccolo giardino da sistemare, mi sento impegnata nei confronti di questi 60 mq fatti di legno, libri, (polvere), fotografie alle pareti, cuscini sul pavimento, incensi, barattoli di marmellata e tende ricamate.
Una volta sono rimasta intossicata, dipingendo la porta del bagno, un'altra volta ho rischiato di allagare il quartiere, cercando di fingermi idraulico, solitamente, finisco per farmi male con spigoli e battenti di ferro.
Amo condividere questo spazio così mio, pur non essendo affatto di mia proprietà, con le persone che amo, con quelle che guardandosi attorno sanno esattamente cosa mi appartenga e cosa no.
Ogni anno, per il mio compleanno, organizzo una muscolata, vengono amici da Pisa, Genova, dall'Emilia Romagna, mi festeggiano trascorrendo una giornata qui, bevendo, mangiando, giocando a carte, e mi rendo conto di aspettare il giorno del mio compleanno con amore, per poter riabbracciare tutti i miei amici in un luogo pieno di impronte, calore, serenità.
Si, lo ammetto, sono contenta che il club del libro si riunisca da me, nel mio porto sicuro, sono contenta di lasciare impresso sui muri di casa il ricordo  dei volti che mi regalano emozioni e parole.
Ovviamente cucinerò per i miei amici, non so ancora cosa, qualcosa di veloce e facile da mangiare, qualcosa di rosso, che mi rappresenti anche sulla tavola, probabilmente.
Non volevo parlare d'amore , di libri, di amici e neppure della mia casa, ma va a finire sempre così, quando ricordo i motivi della mia serenità, quelli, che mi spingono ad essere una persona senza precedenti penali.

domenica 18 maggio 2014

Liberazioni

Si sentiva libera, finalmente.
Mentre apriva la sua finestra sul mondo,
sentì l'ansia del ricordo.
I gesti, memoria istintiva,
le voci, legate ai gesti.
Se lui fosse stato li,
le avrebbe richiesto di chiudere quella finestra,
che lo infastidiva.
Se lui fosse stato lì,
avrebbe trovato sciocco
mangiare fragole guardando fuori.
Ma lui non c'era più, ormai,
e Penelope non dovette aspettare che uscisse,
questa volta:
aprì la finestra,
mangiò una fragola
e tirò un sospiro, carico di consapevolezza.
Da quel giorno nessuno, l'avrebbe più costretta a chiudere le sue finestre.