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mercoledì 23 luglio 2014

Penelope attende Penelope, clubdellibroallaprossima

Lo so, lo so, ieri sera si è riunito il club del libro ed io dovrei scriverne.
Però non lo farò, vado di fretta.
Appena ho un po' di tempo trascrivo tutti i miei appunti.
(Li ha presi Marika al mio posto, lo ammetto.)
(Che bello trovare Chiara e Nina con il loro quadernino, mi fa ben sperare)
(per me , mica per loro!)
Qualcuno una volta, ha detto che scriveva quando era triste perché quando era felice, usciva.
E allora siate contenti delle mie poche parole:
ieri abbiamo chiaccherato, anche, di libri.
Alla fine.
Ma siamo comunque state bene.
A breve riporterò i riferimenti letterari.
Ora esco, sono felice, ho voglia di guidare, di sprecare fogli in attesa del lavoro dei miei sogni, di sprecare voce nel dire cose che altri non ascolteranno e non vorranno, spesso, capire.
Per quanto riguarda te, si, proprio tu, porta i tuoi figli al parco, ormai hai una certa, ma grazie, mi hai fatto un favore grandissimo, io l'ho capito dopo, tu mai.
Non ho voglia di domande mirate al pettegolezzo, non ho voglia di risposte, ho solo tanta voglia di vivere. (cheperunadepressacronicanonèpoco)
Sto allontanando la negatività, chi si piange sempre addosso, chi prende senza dare, chi"è sempre l'altro il cattivo".
Io ho sempre preferito passare da strega, anche quando ero Biancaneve.
Si può vivere bene anche prendendosi le proprie responsabilità.
Si può avere voglia di vivere ricordando Ulisse sulla soglia, che va a comprare le sigarette.
Non serve fumare per avere una scusa per uscire, basta aprire la bocca e parlare, non servono le frecciatine, basta alzare il telefono e spiegare, non serve a nulla fingersi ciò che non si è, perché i conti, si fanno sempre con se stessi e se non si sa essere onesti con se stessi...auguri.
Io sono Penelope.
Nel mio nome porto la lacrima, nel mio cuore qualche nome, sulla pelle tante cicatrici... o forse nel nome ho la consapevolezza che nonostante le mille storie mentali, fedeli si nasce ed io ci sono nata, ma esser fedeli significa prima di tutto esserlo a se stesse, poi, anche agli Ulisse di turno, forse, se ne vale la pena, nel mio cuore ci sono tanti titoli, molti visi, alcune frasi, ci sono io, nella mia interezza e sulla pelle qualche livido, dato dalla sbadatezza e non dagli altri, e il segno del costume.
Io esco, perché sono viva.
Perché ho un'amica che mi aspetta.
Perché ho una Donna che mi scrive.
Perché merito di provarci, ancora, sempre.
Perché Penelope attendeva Penelope e tu, Ulisse, con il tuo ritorno, mi hai fatto capire che non eri tu che aspettavo, ero io, sempre e comunque.
Eccomi.
Ben tornata a casa.



domenica 18 maggio 2014

Liberazioni

Si sentiva libera, finalmente.
Mentre apriva la sua finestra sul mondo,
sentì l'ansia del ricordo.
I gesti, memoria istintiva,
le voci, legate ai gesti.
Se lui fosse stato li,
le avrebbe richiesto di chiudere quella finestra,
che lo infastidiva.
Se lui fosse stato lì,
avrebbe trovato sciocco
mangiare fragole guardando fuori.
Ma lui non c'era più, ormai,
e Penelope non dovette aspettare che uscisse,
questa volta:
aprì la finestra,
mangiò una fragola
e tirò un sospiro, carico di consapevolezza.
Da quel giorno nessuno, l'avrebbe più costretta a chiudere le sue finestre.