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lunedì 2 gennaio 2017

Il 2016 di EQuiLibri

Durante il 2016 non ho letto molto, anzi, ho decisamente ignorato libri che avrei dovuto leggere per dovere, più che per piacere...ma spero di riuscire a rimettermi in pari, al più presto.
Questi sono i libri letti durante il 2016 da EQuiLibri.
(https://www.facebook.com/pg/EQuiLibri-1005302009535765/photos/?tab=album&album_id=1013456328720333 )

Il club del libro ha smesso di essere 'il club del libro' diventando 'EQuiLibri'.
Abbiamo cambiato sede prima ancora che io cambiassi casa, trovando un luogo simbolico ed intriso di valori che ci ha ospitato nei dodici mesi appena trascorsi.

Non solo è cambiato il nome del nostro gruppo, il luogo di ritrovo e la modalità d'incontro, sono cambiati anche i volti e le voci di chi partecipa con la sua opinione ed il suo pensiero, all'arricchimento culturale e personale di tutti noi.
Spero di rivedere presto volti che mi mancano e al contempo spero di vederne di nuovi, sconosciuti, più giovani, meno giovani di me, ma spinti dall'amore nei confronti della lettura e della condivisione.

1- Il teatro alla moda
    Marcello Benedetto.
    Da quando la musica è entrata nella mia vita, sto cercando di imparare quanto più posso al riguardo. Questo testo è un testo molto divertente che ci è stato presentato durante una lezione di storia della musica avvenuta al QuartoPiano (il nostro nuovo luogo di ritrovo) da due docenti di molto ben preparati che hanno una passione nei confronti della letteratura.( E fanno parte di un duo https://www.facebook.com/PianoDuoFP/ )
Il parallelismo fra la società del '700 e quella dei nostri tempi è impressionante e piuttosto evidente.
Ironico, molto, aulico a tratti, incomprensibile nei punti in cui viene scelto il dialetto veneziano come forma espressiva.

2- Kitchen
    Banana Yoshimoto
Molto carino, onirico, il richiamo al sonno è frequente, mi piace come Banana dia naturalezza ed espressione a realtà che in occidente sarebbero trattate con infinita pesantezza, giudizio morale e una buona dose di politicamente corretto.
Però non riesco ad appassionarmi a Banana Yoshimoto.

3- Fimmine Ribelli
    Lirio Abbate
Un testo che farei leggere nelle scuole per trattare il tema della prepotenza, della mafia e della violenza sulle donne.Storie di donne che hanno deciso di essere Ribelli e di porsi contro un sistema che vede la donna come oggetto di proprietà di un uomo. Fimmine che ci hanno rimesso la vita.

"L'idealismo non è difendere le proprie idee quando non costa niente, è quando costa che vale" (cit Dacia Maraini.)


4-Cecità
José Saramago
La voglia di conoscere meglio i premi Nobel ci ha condotti da Saramago, complessivamente lo abbiamo adorato. Una narrazione a tratti disorientante, spesso cruda, netta. affilata. Che sia un caso che la salvezza sia donna?

5 Asharam- dove Gandhi ha sconfitto la camorra
   Carmine Iovine
Questo testo ha ricevuto la menzione speciale per l'impegno civile al Premio Piersanti Mattarella, dedicato alla memoria del fratello del Presidente della Repubblica.
Questo testo per noi rappresenta la volontà di cambiare il mondo, nel nostro piccolo, infatti è edito MarottaeCafiero, una piccola casa editrice di Scampia che ha segnato in positivo una realtà che troppe volte si manifesta in negativo. (  https://marottaecafiero.it/ nel caso in cui vogliate conoscere meglio questa realtà e siate interessati a conoscere testi nuovi, ben scritti e decisamente impegnati).

6-Papà, Mamma e Gender.
   Michela Marzano
Michela Marzano si è occupata nella sua attività di filosofa e scrittrice di molti temi attuali, nel momento in cui ha parlato di Gender è riuscita a trattare il tema senza pregiudizi ed esagerazioni, utilissimo il piccolo glossario nel quale si afferma un vero e proprio atto di civiltà: dare alle cose il loro nome. E in una società dove viene ancora utilizzato con disprezzo il termine 'frocio', si ha davvero tanto, tanto, tanto bisogno di civiltà e senso del rispetto.
Un testo che farei leggere nelle scuole, ai genitori, ai figli, ai nonni e a chiunque dimostra perplessità nei confronti di realtà che vengono considerate speciali e invece, sono proprio normali.

7-Il muro
   Jean Paul Sartre
  Sempre per approfondire il tema dei premi Nobel, abbiamo deciso di leggere i tre racconti raccolti ne 'Il Muro' di Sartre, un autore che si permise di rifiutare il Nobel. Arrogante ed affascinante, un testo che ci fa riflettere sulla natura dell'uomo, sulla condizione umana e sulla scelta di essere uomo ieri come oggi.

8- La donna che scriveva racconti
    Lucia Berlin
Un testo scelto in base alla sua formula: una serie di racconti. Nel corso del 2016 ci siamo resi conto che forse avremmo avuto bisogno di una tipologia testuale che potesse permettere ai più di partecipare anche nel caso in cui non si fosse terminato il libro in tempo per la riunione.
Questo libro è stato una scoperta bellissima, poche volte mi è capitato di leggere il degrado umano rappresentato ed espresso in condizioni di massima dignità. Pubblicato postumo, tradotto in italiano recentemente, rappresenta l'unica testimonianza di un'autrice dalla vita travagliata e dalle doti enormi.

I libri 2016 letti da EQuiLibri sono stati soltanto otto, infatti abbiamo deciso di non riunirci nei mesi di giugno, luglio ed agosto per lasciare spazio a quelle che sono le nostre letture personali ed anche per un problema di organizzazione.

Inoltre, nel mese di maggio, abbiamo festeggiato i due anni di EQuiLibri con l'esibizione di un gruppo teatrale bravissimo, le Officine Superbi (https://www.facebook.com/officinesuperbiteatro/?fref=ts  -vi consiglio vivamente di dare un'occhiata alla loro pagina- ), organizzando una piccola festa di compleanno e rinunciando al dibattito mensile, rimandato a settembre.

Un anno di cambiamenti, un anno di consigli, un anno nuovo per un EQuiLibri rinnovato.


   

domenica 15 marzo 2015

Club del libro di febbraio- Muchachas

Riunione del 10 marzo.
Questa riunione più di altre è stata dimostrazione di come i libri possano essere 'strumento' di unione.
Trascorrere una serata al mese, con persone che prima di essere amiche ed amici, sono individui, diversi, ognuno con una propria vita, ognuno con un vissuto ed una propria, intima, curva della memoria.

Scegliendo di leggere Muchachas, di Katherine Pancol, abbiamo scelto di andare sul sicuro, una scrittrice affermata, voce narrante delicata e al contempo presente, temi forti, alle volte brutali e particolari mai lasciati al caso.
Il primo di tre volumi, che ognuna di noi ha deciso comunque di leggere, libro che racchiude la fine del percorso di una generazione (narrata nei primi tre libri dell'autrice, che, fortunatamente, sono nuovamente disponibili dopo vicissitudini editoriali che li hanno resi irreperibili troppo a lungo) e l'inizio di tre nuove storie.

L'autrice ci presenta le tre grandi protagoniste della trilogia, donne, forti e al contempo fragili, soffermandosi principalmente sulla vita, difficile e traumatica, di una madre sola, pur non essendo single, che si riscopre figlia, dopo esser stata madre della propria madre.

Come accade ad ogni riunione, siamo partite dalla narrazione e siamo giunte a narrare noi stesse, per prime, le nostre vite.

Penso che terminerò qui questo post.
Non perchè non ci sia nulla da raccontare, anzi.
Ma proprio perché ci sarebbe troppo da dire e preferisco rimandare le somme al momento in cui conosceremo, tutti, la fine della storia.

Il prossimo incontro sarà il 7 di aprile, un martedì con "Non temete per noi, il nostro futuro sarà meraviglioso" di Mario Calabresi.

Recentemente ho scoperto che questo libro non ha riscontrato un grandissimo successo, ma chi fra noi ha iniziato a leggerlo, mi ha detto che è decisamente bello. Personalmente non ho ancora avuto il tempo materiale per sedermi ed aprire il libro, ma non me ne lamento, anzi...

Allego un paio di foto che testimoniano il peccato preferito da noi lettori del club del libro.

(Il mio dolce ha per base uno strato sottile di torta composta da 3 uova, 20g di zucchero, due cucchiai di latte di soia e 180g di cacao, uno strato di panna montata con un cucchiaio di sciroppo al lampone, una spolverata di cacao e lamponi freschi. Ed è venuto decisamente buono.)


Il mio dolcino intatto


Il mio dolcino n2

Le migliori gelaterie della zona

I dolcini di Ilaria


GattoLettore


Aspetto nuove proposte possibilmente prima del 7 aprile, in modo tale da riuscire a pubblicare trame/recensioni e rendere più semplice la scelta.
Io propongo Baricco, La sposa giovane, anche se gli ultimi libri sono stati una delusione.

giovedì 24 luglio 2014

Le libere donne di Magliano (M.Tobino)

Non amo le premesse, spesso sono inutili, questa volta no.
Premessa: giugno 2012, una delle persone che più amo e stimo al mondo, mi regala questo libricino.
Il biglietto gridava
"Alla mia 'Penelope'.
Amica.
Moglie.
Compagna.
Sorella.
Tua 'Cerere'*."

Un anno dopo, mi avrebbe accompagnata nell'ex Ospedale psichiatrico di Maggiano, a Lucca, dove hanno vissuto le AGITATE, divise in due gruppi: le stabili e le occasionali. Donne agitate, unione fra bestia e dea.
La sofferenza nel camminare quei luoghi era tanta, un misto di paura, ansia, commozione. 
Attorno a me, un gruppo di  specializzandi in Psichiatria, grandi spazi sporcati dalle finestre rotte, disegni sui muri, sensazioni nell'aria.
Camminavo e sentivo cantare la paziente che "canterà ciò che l'opprime, svelerà in quella solitudine il suo mistero".
Vedevo la Berlucchi, una malata depressa, che piange"lacrime limpide dicendo che sua è la colpa di tutto e che la uccidano perché è la minima pena", mentre si gettava la testa contro il muro per spaccarsela.

"NON SOFFRE BESTIALMENTE, PENSA DOLOROSAMENTE , E I SUOI OCCHI ESPRIMONO QUESTO."(pag 15)

In tutto questo vortice emozionale, una discussione:
elettroshock.

Una sfiducia palpabile, un uomo, un medico, un possibile psichiatra che scende dall'auto senza salutarmi, perché nella mia ignoranza, 
temo questa pratica e soffro per la sua messa in atto.

Poi mi tranquillizzano
" l'elettroshock uccide l'io,
se non c'è l'io,
non c'è più nulla da curare".


Mi sento meglio.
Grazie Tobino,
hai fatto innamorare tutte le agitate.
Un po',
anche quella che c'è in me. 




(* a te, un asterisco fra parentesi, quando un inciso non ti rappresenterà mai.
Cerere che decide di trascorrere sei mesi all'inferno, per permettere a Proserpina di vedere ancora il sole e la terra, dopo che in quel campo, ad Enna, hanno provato a distruggerle la vita.
Nel 249 a .C. , forse era diverso, ma la storia, va contestualizzata
e questa volta, il contesto, è il mio cuore.)


(Ps. da una che a quindici anni ha incontrato Ulisse ed amato i Dialoghi con Leucò di Cesare, ci si può aspettare una vita fatta di miti.)

mercoledì 23 luglio 2014

Penelope attende Penelope, clubdellibroallaprossima

Lo so, lo so, ieri sera si è riunito il club del libro ed io dovrei scriverne.
Però non lo farò, vado di fretta.
Appena ho un po' di tempo trascrivo tutti i miei appunti.
(Li ha presi Marika al mio posto, lo ammetto.)
(Che bello trovare Chiara e Nina con il loro quadernino, mi fa ben sperare)
(per me , mica per loro!)
Qualcuno una volta, ha detto che scriveva quando era triste perché quando era felice, usciva.
E allora siate contenti delle mie poche parole:
ieri abbiamo chiaccherato, anche, di libri.
Alla fine.
Ma siamo comunque state bene.
A breve riporterò i riferimenti letterari.
Ora esco, sono felice, ho voglia di guidare, di sprecare fogli in attesa del lavoro dei miei sogni, di sprecare voce nel dire cose che altri non ascolteranno e non vorranno, spesso, capire.
Per quanto riguarda te, si, proprio tu, porta i tuoi figli al parco, ormai hai una certa, ma grazie, mi hai fatto un favore grandissimo, io l'ho capito dopo, tu mai.
Non ho voglia di domande mirate al pettegolezzo, non ho voglia di risposte, ho solo tanta voglia di vivere. (cheperunadepressacronicanonèpoco)
Sto allontanando la negatività, chi si piange sempre addosso, chi prende senza dare, chi"è sempre l'altro il cattivo".
Io ho sempre preferito passare da strega, anche quando ero Biancaneve.
Si può vivere bene anche prendendosi le proprie responsabilità.
Si può avere voglia di vivere ricordando Ulisse sulla soglia, che va a comprare le sigarette.
Non serve fumare per avere una scusa per uscire, basta aprire la bocca e parlare, non servono le frecciatine, basta alzare il telefono e spiegare, non serve a nulla fingersi ciò che non si è, perché i conti, si fanno sempre con se stessi e se non si sa essere onesti con se stessi...auguri.
Io sono Penelope.
Nel mio nome porto la lacrima, nel mio cuore qualche nome, sulla pelle tante cicatrici... o forse nel nome ho la consapevolezza che nonostante le mille storie mentali, fedeli si nasce ed io ci sono nata, ma esser fedeli significa prima di tutto esserlo a se stesse, poi, anche agli Ulisse di turno, forse, se ne vale la pena, nel mio cuore ci sono tanti titoli, molti visi, alcune frasi, ci sono io, nella mia interezza e sulla pelle qualche livido, dato dalla sbadatezza e non dagli altri, e il segno del costume.
Io esco, perché sono viva.
Perché ho un'amica che mi aspetta.
Perché ho una Donna che mi scrive.
Perché merito di provarci, ancora, sempre.
Perché Penelope attendeva Penelope e tu, Ulisse, con il tuo ritorno, mi hai fatto capire che non eri tu che aspettavo, ero io, sempre e comunque.
Eccomi.
Ben tornata a casa.



lunedì 14 luglio 2014

Quello che i libri non dicono

Di te.
Di te, ricordo,la penna blu profilata in oro, il supporto per il tablet, i libri sparsi sulla scrivania, i libri impilati con ordine alle tue spalle, quelli pericolosamente affiancati al muro, vortici dal precario equilibrio.
I tuoi libri, ti assomigliano.
Ho sempre pensato che i "nostri" libri, quelli che amiamo, quelli che nominiamo senza neppure accorgercene, ci possano rappresentare, ora sono certa che anche lo stato di questi, sia una nostra forma di espressione.
I tuoi, visibilmente letti, leggere increspature, date dall'apertura delle pagine, sul dorso, caute annotazioni a matita, poco frequenti, mai calcate, nessun tipo di orecchia, piegatura, segno, nessuna traccia evidente del tuo indimenticabile passaggio.
I miei, frasi sottolineate con colori forti, date cerchiate, nomi impressi, un marchio in versi sotto il titolo, versi mai simili, ma sempre uguali, i segni di un travaglio vissuto fra borse e prati, un insieme troppo forte di un passaggio troppo veloce.
Se nei libri, leggiamo ciò che vogliamo leggere, forse è  questo che scelgo di vedere nelle pagine intonse e in quelle deturpate, ma che io tenda a soggettivare qualsiasi cosa, lo so, non è una novità.
Raramente ho incontrato persone che nominassero i titoli che leggevo nelle tue pagine, ma quando è capitato, non ho potuto esimermi dal pensarti e dal dedicarti uno di quei sorrisi per i quali hai scusato l'insistenza, o forse, la mia intera presenza.
Qualche volta, poi, mi tornano alla mente i tuoi monologhi sarcastici, sulle donne e sui libri, quelli che facevi davanti a me, per farmi alzare in piedi, arrossire e dire qualcosa di estremamente femminista, perché, con me, funzionano solo le terapie d'urto, appunto. Sono vent'anni che sento ripetere questa storia delle terapie d'urto e le odio, ma effettivamente, con me, funzionano e tu sei riuscito a capirlo. In ogni modo, parte di quel sarcasmo d'urto, era ben motivato da una realtà colma di apparenze e povera di contenuti, da una realtà anche competitiva con l'idea che ognuno vuole che gli altri, abbiano di sé.
E allora, in questi contesti, i libri non sono più una rappresentazione di sé, ma di ciò che si vorrebbe essere ed io,. io non ho dubbi: 
io vorrei essere l'angolino della pagina sulla quale è impresso un raro segno del tuo passaggio, seppur a matita.