sabato 11 novembre 2017

Valore aggiunto.

"Non vale neanche la pena dare un appuntamento ad una donna che arriva puntuale".
E allora perdonami tutto, no?
Perchè se iniziamo così, con te, che mi scusi sempre ed accetti questo carattere insopportabile, poi finisce male. Finisce che inizi a piacermi e poi, quando mi piace qualcuno, cosa accade raramente, inizio a fingere di starmene sulle mie, per starti sempre attorno.
No dai, per favore, sbaglia qualcosa, per favore.
C'è questa storia dei tre mesi, con me. L'ho accennata a qualcuno l'altro giorno che mi ha detto che questa regola vale per la gravidanza e non per le relazioni, ho scrollato le spalle e sono uscita dalla porta, in fin dei conti, spiegare questa cosa ad un uomo è poco produttivo, soprattutto se è uno che preferisce metterti a disagio che ascoltarti.
I primi tre mesi sono di distacco assoluto, ti guardo, ti ascolto, cerco di capirti e di conoscerti, non ti facilito nulla, non sono simpatica, non sono dolce, non sono disponibile a fare un passo verso di te. Se poi, superi tutto questo, allora sì, vale la pena di aprirsi.
Però tu inizia a sbagliare qualcosa, ad essere meno presente, meno gentile, meno dolce, meno carino, meno comprensivo, meno spocchioso, meno simpatico, meno conciliante, tu impara ad essere meno, per favore, altrimenti poi mi piaci e il carico emotivo diventa pressante.
Sbaglia qualcosa ogni tanto.
Perchè se mi lasci i miei tempi, mi lasci i miei spazi, mi lasci le mie passioni, mi lasci i miei interessi, mi lasci la mia acidità, mi lasci l'ironia, mi lasci insomma tutto quello che significa l'individualità, poi inizio a credere che averti accanto sia un valore aggiunto e non una limitazione.