sabato 7 gennaio 2017

Giugno.

E allora sognò Atene
e la sua bocca spalancata
E la sua mano da riscaldare
e la sua vita stonata
E quel suo mare senza onde
e la sua vita gelata
E allora sognò Atene
sotto una nevicata

Guardalo come cammina
ballerino di samba
E come inciampa in ogni spigolo
innamorato e ridicolo
Come guida la banda
come attraversa la strada
senza una gamba

Portami via da questa terra
da questa pubblica città
Da questo albergo tutto fatto a scale
da questa umidità
Dottoressa chiamata Aprile
che conosci l'inferno
Portami via da questo inverno
portami via da qua

E allora sognò Atene
e l'ospedale militare
Ed i soldati carichi di pioggia
e un compleanno da ricordare
Ed un ombrello sulla spiaggia
e un dopoguerra sul lungomare
E allora sognò il tempo
che lo voleva fermare

Guardalo come cammina
Lazzaro di Notre Dame
Come sta dritto nella tempesta
alla fermata del tram
Chiama un tassì si mette avanti
dai Campi Elisi alla Grande Arche
Gambadilegno avanti avanti
avanti marsch!

E tu che usavi De Gregori per chiamarmi "dottoressa chiamata giugno" che ha conosciuto l'inferno e lo ha battuto palmo a palmo prima di Eracle ed Orfeo.
Non hai ancora oggi ragione del mio sorriso e della passione.
Non ti ho capito, non mi hai capita mai e questa gente intorno a noi fa la tua vita ed inevitabilmente la mia.
Non sono diventata una professoressa con la gonna, ma stronza come un uomo.
Ho lasciato che tutti scambiassero per pianto il brillare naturale dei miei occhi.
Ed ho smesso di sognare Atene, perché Atene significa parlare con qualcuno che un attimo prima c'è e l'attimo dopo è già altrove ed io non voglio essere un inciso, non mi accontento neppure di essere un bellissimo inciso, perché fra due virgole, quelle come me, soffocano.
Alterno il bisogno di libertà alla voglia di sentirmi legata e protetta, ma forse, l'unica pietra sulla quale riesco a nutrirmi di sole e di vento è il semianfratto che chiamo casa, bordo estremo della mia anima.

«Sono tuo, tu sei mia…».

Puoi vestirti più che chic
e rimbalzare come un clown, ma
il cuore è barbaro, barbaro, barbaro.

Ti capisce come sei,
lui ti conosce come sei
non basta un attimo, attimo, attimo,
ma anni, anni, anni…

Ci va il tempo che ci va
sì, tutto il tempo che ci va
anni che vibrano, guardano, sfiammano,
anni, anni, anni…

Il tetro ha recitato
sulla mia faccia i personaggi che
voleva lui e non volevo io…
più lieve e superficiale, invece,
il cinema ha detto: Per favore
silenzio, si gira:
«Sono tuo, tu sei mia…».

Per capirne un po' di più
e per saperne un po' di più
non basta un attimo,
attimo,
attimo.

Ci va il tempo che ci va,
sì, tutto il tempo che ci va,
non basta un attimo,
attimo,
attimo,
ma anni, anni, anni…

  (Anni- Paolo Conte)

Valli a spiegare i sussulti del cuore, non basta un attimo.

Antipatia.

Dal lat. antipathīa, dal gr. antipátheia ‘sentimento avverso ’ .

A tutti è capitato di non trovare simpatico qualcuno oppure di non essere simpatico a qualcuno, i motivi non hanno sempre importanza, capita.
Capita e basta.

Tuttavia, non essere simpatici può recarci un dispiacere non sempre legato alla stima della persona che prova questo sentimento avverso nei nostri confronti.

Questo almeno, è il mio caso.

Per quanto io non riesca ad entrare in empatia con tutti, tendo ad evitare di catalogare qualcuno come 'simpatico'- 'antipatico'.
Mi piace avere una visione d'insieme prima di valutare.

Anche se solitamente, le prime impressioni, sono quelle che mi segnano, infatti, non voglio essere preda dell'irrazionalità, cerco ciò che unisce e non ciò che divide e provo a trovare il positivo anche nel diverso da me.
Poi, accade sempre qualcosa che conferma la mia prima impressione, ma questo è un altro discorso...

Stasera mi trovo ad interrogarmi riguardo al fatto che ciò che non accetto non sia il parere negativo di qualcuno, ma l'espressione negativa di questo sentimento.

C'è una sottile differenza fra l'espressione involontaria delle proprie sensazioni e la maleducazione.
C'è anche una differenza notevole fra l'impressione e la superficialità.
Ed un'ulteriore differenza fra l'affermazione di sé e la volontà di risultare sgradevole ad ogni costo.

Nell'era della simpatia ad ogni costo, della battuta forzata, del carisma affascinante, non trovo improbabile risultare antipatica, ma trovo infantile rimarcare la cosa e sentirsi in diritto di esprimere giudizi riguardo ad una persona che, oltretutto, non si conosce.

L'antipatia è lecita, la mancanza di rispetto, fa schifo.
E giudicare qualcuno in base al colore dei capelli, ad un aspetto che può apparire - ed anche essere- frivolo e leggero, non ci rende persone più profonde e saggi, anzi. Qualche volta, dietro al bisogno di leggerezza, è proprio celata la necessità di dimenticare la pesantezza.

Si può essere superficiali quando si è profondi, ma non si può comprendere la profondità, quando non ti sei mai spostata dalla superficie.

venerdì 6 gennaio 2017

Non chiedermi quando- Romanzo per Dacia

Cose belle del 2017 parte 2

Concita De Gregorio
Non chiedermi quando
Romanzo per Dacia


Il secondo libro letto nel 2017 è questo,
una breve e coincisa descrizione di alcuni episodi della vita di Dacia Maraini, per penna di Concita De Gregorio.
Non serve dire quanto io ami Dacia Maraini, perché ormai anche i muri ne sono a conoscenza.
Per quanto riguarda Concita De Gregorio, pur trovandola una donna intelligentissima, colta, bella, dinamica, interessante, una scrittrice bravissima ed una giornalista obiettiva, trovo piuttosto ingombrante quell'aria da donna intellettuale di sinistra tendente al radical chic (che magari intravedo solo io).
In ogni caso, il connubio perfetto fra due donne che amo ed ammiro.
Una gioia.


Cose belle del 2017 parte 3
Molto superficialmente, accendere la tv e trovare Tim Roth.

Prendiamola con Ironia.

Ultima settimana di ferie.
Ovviamente durante queste due settimane a casa non ho fatto nulla di quello che avrei dovuto:
il mio armadio è in disordine,
non ho preparato neppure uno scatolone,
nessun tipo di attività fisica, camminata con il cane a parte,
non ho cucinato ottimi dolcetti,
non sono stata al cinema,
ho studiato pochissimo,
non ho fatto tutto il volantinaggio che avrei voluto,
ho lavorato per due giorni,
non sono andata al mare,
non sono andata a trovare la mia vecchia zia,
non ho lavato la Ermy,
non ho sistemato l'ufficio,
non mi sono curata le mani,
non ho fatto la ceretta,
non ho scritto nessuna favola
e non sono uscita con il tipo con cui vorrei uscire.

Inoltre, grazie al mio simpaticissimo senso del dovere ed all'incapacità di delegare, mi sono occupata le ferie con almeno trenta impegni che avrei dovuto delegare.

Questa mattina mi sono svegliata all'alba per poter andare ad aiutare il figlio di un'amica che a breve avrà una  verifica di italiano (dopo una nottata a fare la tata...), ma mentre stavo uscendo di casa mi chiama la madre dicendo che il bimbo ha la febbre.
Cerco il lato positivo, mi metto a leggere sul letto.

Vado in cucina e non riesco ad aprire la caffettiera, ripiego sull'orzo.

Scopro di aver finito l'orzo solubile.

Vado a scuola in leggero anticipo, per poter riordinare le aule ed accendere il riscaldamento, ma una volta arrivata scopro di dover annullare tutti i recuperi perché l'insegnante non può venire.

Circa centocinquanta insulti da parte dei genitori dopo, esco, telefono alla mia Letteratadelcuore cercando conforto nei suoi racconti di vita romana.
Salgo in auto, inserisco le chiavi e mi rendo conto di voler comprare la ceretta per poter adempiere almeno ad un compito di quelli fissati nei confronti di me stessa.
Inserisco la sicura e scendo dall'auto.
Lasciandovi dentro, le chiavi, inserite.

Grazie al cielo lunedì torno al lavoro.


martedì 3 gennaio 2017

Positività: Il libro dei Baltimore

Cose Belle del 2017:

dopo quattro lunghi anni, Joël Dicker ha pubblicato il suo secondo libro dal titolo
"Il libro dei Baltimore".

L'ho comprato ieri durante un giro in Feltrinelli nel quale tentavo con poca disinvoltura di non cedere alla tentazione di comprare libri.

Sono uscita con "Il Libro dei Baltimore" , 22 euro per oltre 500 pagine, terminato questa notte.
Dicker si dimostra ancora l'ottimo scrittore che avevo scoperto con " La verità sul caso Harry Quebert".
Dopo il primo giallo dai risvolti inaspettati, colmo di colpi di scena, che mi ha tenuta incollata al testo fino all'ultima pagina, Dicker scrive questo romanzo dedicato alla sua famiglia e al senso di inferiorità che percepiamo tutti, ognuno a suo modo, ognuno nel proprio ambiente familiare.
Risvolti inaspettati anche in questo caso, descrizioni intime e profonde, i personaggi ti colpiscono e non riesci a non immedesimarti in ognuno di loro. Per me, in particolare, è stato impossibile non ritrovarmi nel saccente cugino di Baltimore dall'aspetto gracile.

Il primo libro del 2017.

Spero solo di non dover attendere altri quattro anni prima di trovare un'altra produzione di questo giovane scrittore.

lunedì 2 gennaio 2017

Il 2016 di EQuiLibri

Durante il 2016 non ho letto molto, anzi, ho decisamente ignorato libri che avrei dovuto leggere per dovere, più che per piacere...ma spero di riuscire a rimettermi in pari, al più presto.
Questi sono i libri letti durante il 2016 da EQuiLibri.
(https://www.facebook.com/pg/EQuiLibri-1005302009535765/photos/?tab=album&album_id=1013456328720333 )

Il club del libro ha smesso di essere 'il club del libro' diventando 'EQuiLibri'.
Abbiamo cambiato sede prima ancora che io cambiassi casa, trovando un luogo simbolico ed intriso di valori che ci ha ospitato nei dodici mesi appena trascorsi.

Non solo è cambiato il nome del nostro gruppo, il luogo di ritrovo e la modalità d'incontro, sono cambiati anche i volti e le voci di chi partecipa con la sua opinione ed il suo pensiero, all'arricchimento culturale e personale di tutti noi.
Spero di rivedere presto volti che mi mancano e al contempo spero di vederne di nuovi, sconosciuti, più giovani, meno giovani di me, ma spinti dall'amore nei confronti della lettura e della condivisione.

1- Il teatro alla moda
    Marcello Benedetto.
    Da quando la musica è entrata nella mia vita, sto cercando di imparare quanto più posso al riguardo. Questo testo è un testo molto divertente che ci è stato presentato durante una lezione di storia della musica avvenuta al QuartoPiano (il nostro nuovo luogo di ritrovo) da due docenti di molto ben preparati che hanno una passione nei confronti della letteratura.( E fanno parte di un duo https://www.facebook.com/PianoDuoFP/ )
Il parallelismo fra la società del '700 e quella dei nostri tempi è impressionante e piuttosto evidente.
Ironico, molto, aulico a tratti, incomprensibile nei punti in cui viene scelto il dialetto veneziano come forma espressiva.

2- Kitchen
    Banana Yoshimoto
Molto carino, onirico, il richiamo al sonno è frequente, mi piace come Banana dia naturalezza ed espressione a realtà che in occidente sarebbero trattate con infinita pesantezza, giudizio morale e una buona dose di politicamente corretto.
Però non riesco ad appassionarmi a Banana Yoshimoto.

3- Fimmine Ribelli
    Lirio Abbate
Un testo che farei leggere nelle scuole per trattare il tema della prepotenza, della mafia e della violenza sulle donne.Storie di donne che hanno deciso di essere Ribelli e di porsi contro un sistema che vede la donna come oggetto di proprietà di un uomo. Fimmine che ci hanno rimesso la vita.

"L'idealismo non è difendere le proprie idee quando non costa niente, è quando costa che vale" (cit Dacia Maraini.)


4-Cecità
José Saramago
La voglia di conoscere meglio i premi Nobel ci ha condotti da Saramago, complessivamente lo abbiamo adorato. Una narrazione a tratti disorientante, spesso cruda, netta. affilata. Che sia un caso che la salvezza sia donna?

5 Asharam- dove Gandhi ha sconfitto la camorra
   Carmine Iovine
Questo testo ha ricevuto la menzione speciale per l'impegno civile al Premio Piersanti Mattarella, dedicato alla memoria del fratello del Presidente della Repubblica.
Questo testo per noi rappresenta la volontà di cambiare il mondo, nel nostro piccolo, infatti è edito MarottaeCafiero, una piccola casa editrice di Scampia che ha segnato in positivo una realtà che troppe volte si manifesta in negativo. (  https://marottaecafiero.it/ nel caso in cui vogliate conoscere meglio questa realtà e siate interessati a conoscere testi nuovi, ben scritti e decisamente impegnati).

6-Papà, Mamma e Gender.
   Michela Marzano
Michela Marzano si è occupata nella sua attività di filosofa e scrittrice di molti temi attuali, nel momento in cui ha parlato di Gender è riuscita a trattare il tema senza pregiudizi ed esagerazioni, utilissimo il piccolo glossario nel quale si afferma un vero e proprio atto di civiltà: dare alle cose il loro nome. E in una società dove viene ancora utilizzato con disprezzo il termine 'frocio', si ha davvero tanto, tanto, tanto bisogno di civiltà e senso del rispetto.
Un testo che farei leggere nelle scuole, ai genitori, ai figli, ai nonni e a chiunque dimostra perplessità nei confronti di realtà che vengono considerate speciali e invece, sono proprio normali.

7-Il muro
   Jean Paul Sartre
  Sempre per approfondire il tema dei premi Nobel, abbiamo deciso di leggere i tre racconti raccolti ne 'Il Muro' di Sartre, un autore che si permise di rifiutare il Nobel. Arrogante ed affascinante, un testo che ci fa riflettere sulla natura dell'uomo, sulla condizione umana e sulla scelta di essere uomo ieri come oggi.

8- La donna che scriveva racconti
    Lucia Berlin
Un testo scelto in base alla sua formula: una serie di racconti. Nel corso del 2016 ci siamo resi conto che forse avremmo avuto bisogno di una tipologia testuale che potesse permettere ai più di partecipare anche nel caso in cui non si fosse terminato il libro in tempo per la riunione.
Questo libro è stato una scoperta bellissima, poche volte mi è capitato di leggere il degrado umano rappresentato ed espresso in condizioni di massima dignità. Pubblicato postumo, tradotto in italiano recentemente, rappresenta l'unica testimonianza di un'autrice dalla vita travagliata e dalle doti enormi.

I libri 2016 letti da EQuiLibri sono stati soltanto otto, infatti abbiamo deciso di non riunirci nei mesi di giugno, luglio ed agosto per lasciare spazio a quelle che sono le nostre letture personali ed anche per un problema di organizzazione.

Inoltre, nel mese di maggio, abbiamo festeggiato i due anni di EQuiLibri con l'esibizione di un gruppo teatrale bravissimo, le Officine Superbi (https://www.facebook.com/officinesuperbiteatro/?fref=ts  -vi consiglio vivamente di dare un'occhiata alla loro pagina- ), organizzando una piccola festa di compleanno e rinunciando al dibattito mensile, rimandato a settembre.

Un anno di cambiamenti, un anno di consigli, un anno nuovo per un EQuiLibri rinnovato.


   

domenica 1 gennaio 2017

2016 l'anno della fine- 2017 l'anno degli inizi

Il 2016 è stato l'anno del ritorno.
E dell'addio.

Non ho scritto neppure post, ho perso varie password, ho mangiato tanto gelato al pistacchio, comprato troppe paia di scarpe con il tacco ed ho scoperto di avere un serio problema nei confronti dei sandali rasoterra, che non mi aiutano per nulla a slanciarmi e lasciano le mie caviglie preda di serpenti che potrebbero mordermi da un momento all'altro.
Per mia fortuna, o sfortuna che sia, non ho più vent'anni, non faccio l'amore ed i campi maggio fioriscono poco.
Non c'è un Orfeo, non c'è Don Chisciotte, non c'è più neppure Ulisse.
Ulisse era partito tanto tempo prima che io me ne accorgessi, se ne era già andato prima di intraprendere la sua cura di psicofarmaci e riposo, prima di chiamare il gatto 'Gabriel'come l'arcangelo e di scrivermi 'Ti amo' su spiagge lontane, vissute con qualcuno che non ero io.
Ulisse è stato male, ha sofferto e per molto tempo convinta di essere la causa del suo malessere, ho preso il nostro mondo sulle spalle e stretto la sua vita fra le mie mani, piangendo, la notte.
Ulisse andava protetto e tutelato, perché la sua crisi momentanea avrebbe potuto rovinargli la vita e non sarebbe stato giusto.
Nessuno ha pensato di proteggere e tutelare me.
Il 2016 è iniziato male e finito meglio: è iniziato con la paura di infliggere dolore ed è proseguito con la consapevolezza di averlo fatto.
Poi c'è stata lei, Circe, una donna così diversa da me da non riuscire a credere di poter appartenere allo stesso genere: bella, disinvolta, sicura.
Nulla a che vedere con la libraia part-time, nascosta dietro grandi lenti, divisa fra casa e cane, in cui mi sono trasformata.
Ho perso la persona con la quale sono cresciuta, ma non è stata Circe, è stato Cronos ; il tempo ci aveva mutati e non abbiamo pensato di avvisarci vicendevolmente.
Abbiamo preferito accumulare silenzi e mobili, credere in un sogno che era divenuto sonno.
Ho perso le mie amiche, quelle con le quali ho trascorso gli ultimi anni di risate e vino.
Non sapevo come spiegare quello che stavo vivendo e quando avrei avuto bisogno di loro c'era già un Oceano di mancanze a separarci.
Ho perso la 'mia' casa, che era la 'sua' casa e per molto è stata la nostra casa, senza virgolette che legittimino il termine.
L'ho saluta quella casa, l'ho salutata stanza per stanza ricordandone i mobili vecchi, le pareti colorate, i luoghi segnati da memorie d'amore e quelli segnati da dolori indelebili. Mi manca quella casa con la porta rotta, il cancello cigolante e la muffa alle pareti.
Ho perso tutte le foto, i ricordi, i miei scritti, ho perso tutto quello che il pc conteneva, compresa la fiducia.
Ho perso tutto non appena stava per divenire vero.

Sono cambiate tante cose e tante altre sono accadute.
Ho scoperto una sana e vera passione per il teatro che mi vede completamente diversa da quella che sono e al contempo, mi lascia libera di essere, quella che non sono mai.
Ho trovato calore, possibilità, ho trovato un mondo di libertà in cui la mia frivolezza non è censurata e la voglia di attenzione non è condannata.
Ho provato l'emozione del palco ed è stato bellissimo e sto provando la paura dello spettacolo, uno spettacolo bello, profondo, difficile, complesso, ma davvero nostro.
Ho conosciuto persone nuove che sono diventate amiche e quotidianità.
Ho ritrovato la mia amica Alpha che da un altro stato riesce a darmi la forza per essere esattamente come lei mi vede : indipendente e grandiosa.
Ho cambiato lavoro perché qualcuno, senza sapere bene come e perché, ha creduto di potermi dare una possibilità e dentro questa possibilità ci sono un'infinità di cose meravigliose che mi fanno alzare al mattino con la voglia di vivere e portare avanti una causa in cui credo davvero.
Ho comprato casa ed è strano almeno quanto è stato strano raggruppare gli oggetti di una vita in fretta e furia e gettarli dentro auto sconosciute e portarli in cantine, soffitte e case di altri.

Ho sacrificato tutto per il mio cane ed il mio gatto che non sarebbero resistiti ad una vita con un eroe che si dimenticava di dargli da mangiare.

Ho litigato molto.

Ho chiesto scusa, spesso.

Ho chiesto perdono senza che mi venisse dato.

Ho perdonato. Tanto. Tutto. A tutti.

Il 2016 è stato l'anno del perdono, quello in cui ho deciso davvero di comportarmi come avrei voluto che gli altri si comportassero con me, con la consapevolezza che molto probabilmente non accadrà mai.

Ho detto addio agli ultimi dieci anni di vita.

Ben arrivato 2017, con te, si inizia davvero.