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domenica 1 gennaio 2017

2016 l'anno della fine- 2017 l'anno degli inizi

Il 2016 è stato l'anno del ritorno.
E dell'addio.

Non ho scritto neppure post, ho perso varie password, ho mangiato tanto gelato al pistacchio, comprato troppe paia di scarpe con il tacco ed ho scoperto di avere un serio problema nei confronti dei sandali rasoterra, che non mi aiutano per nulla a slanciarmi e lasciano le mie caviglie preda di serpenti che potrebbero mordermi da un momento all'altro.
Per mia fortuna, o sfortuna che sia, non ho più vent'anni, non faccio l'amore ed i campi maggio fioriscono poco.
Non c'è un Orfeo, non c'è Don Chisciotte, non c'è più neppure Ulisse.
Ulisse era partito tanto tempo prima che io me ne accorgessi, se ne era già andato prima di intraprendere la sua cura di psicofarmaci e riposo, prima di chiamare il gatto 'Gabriel'come l'arcangelo e di scrivermi 'Ti amo' su spiagge lontane, vissute con qualcuno che non ero io.
Ulisse è stato male, ha sofferto e per molto tempo convinta di essere la causa del suo malessere, ho preso il nostro mondo sulle spalle e stretto la sua vita fra le mie mani, piangendo, la notte.
Ulisse andava protetto e tutelato, perché la sua crisi momentanea avrebbe potuto rovinargli la vita e non sarebbe stato giusto.
Nessuno ha pensato di proteggere e tutelare me.
Il 2016 è iniziato male e finito meglio: è iniziato con la paura di infliggere dolore ed è proseguito con la consapevolezza di averlo fatto.
Poi c'è stata lei, Circe, una donna così diversa da me da non riuscire a credere di poter appartenere allo stesso genere: bella, disinvolta, sicura.
Nulla a che vedere con la libraia part-time, nascosta dietro grandi lenti, divisa fra casa e cane, in cui mi sono trasformata.
Ho perso la persona con la quale sono cresciuta, ma non è stata Circe, è stato Cronos ; il tempo ci aveva mutati e non abbiamo pensato di avvisarci vicendevolmente.
Abbiamo preferito accumulare silenzi e mobili, credere in un sogno che era divenuto sonno.
Ho perso le mie amiche, quelle con le quali ho trascorso gli ultimi anni di risate e vino.
Non sapevo come spiegare quello che stavo vivendo e quando avrei avuto bisogno di loro c'era già un Oceano di mancanze a separarci.
Ho perso la 'mia' casa, che era la 'sua' casa e per molto è stata la nostra casa, senza virgolette che legittimino il termine.
L'ho saluta quella casa, l'ho salutata stanza per stanza ricordandone i mobili vecchi, le pareti colorate, i luoghi segnati da memorie d'amore e quelli segnati da dolori indelebili. Mi manca quella casa con la porta rotta, il cancello cigolante e la muffa alle pareti.
Ho perso tutte le foto, i ricordi, i miei scritti, ho perso tutto quello che il pc conteneva, compresa la fiducia.
Ho perso tutto non appena stava per divenire vero.

Sono cambiate tante cose e tante altre sono accadute.
Ho scoperto una sana e vera passione per il teatro che mi vede completamente diversa da quella che sono e al contempo, mi lascia libera di essere, quella che non sono mai.
Ho trovato calore, possibilità, ho trovato un mondo di libertà in cui la mia frivolezza non è censurata e la voglia di attenzione non è condannata.
Ho provato l'emozione del palco ed è stato bellissimo e sto provando la paura dello spettacolo, uno spettacolo bello, profondo, difficile, complesso, ma davvero nostro.
Ho conosciuto persone nuove che sono diventate amiche e quotidianità.
Ho ritrovato la mia amica Alpha che da un altro stato riesce a darmi la forza per essere esattamente come lei mi vede : indipendente e grandiosa.
Ho cambiato lavoro perché qualcuno, senza sapere bene come e perché, ha creduto di potermi dare una possibilità e dentro questa possibilità ci sono un'infinità di cose meravigliose che mi fanno alzare al mattino con la voglia di vivere e portare avanti una causa in cui credo davvero.
Ho comprato casa ed è strano almeno quanto è stato strano raggruppare gli oggetti di una vita in fretta e furia e gettarli dentro auto sconosciute e portarli in cantine, soffitte e case di altri.

Ho sacrificato tutto per il mio cane ed il mio gatto che non sarebbero resistiti ad una vita con un eroe che si dimenticava di dargli da mangiare.

Ho litigato molto.

Ho chiesto scusa, spesso.

Ho chiesto perdono senza che mi venisse dato.

Ho perdonato. Tanto. Tutto. A tutti.

Il 2016 è stato l'anno del perdono, quello in cui ho deciso davvero di comportarmi come avrei voluto che gli altri si comportassero con me, con la consapevolezza che molto probabilmente non accadrà mai.

Ho detto addio agli ultimi dieci anni di vita.

Ben arrivato 2017, con te, si inizia davvero.