domenica 26 ottobre 2014

Riassunti.




Club del libro ottobre 2014 - Aceto Arcobaleno (E.De Luca)

Quello che un po' tutti ci siamo chiesti in realtà, è il perché di questo titolo.
Due parole affiancate, così, interrotte da una virgola, un senso logico difficile da interpretare. 
Forse però, è il titolo più tenero che Erri abbia mai dato ad uno dei suoi libri, ma questo, si può affermare, solo addentrandosi in quelle 115 pagine che delimitano , forse, uno dei racconti più lunghi di Erri.

( l'autore non è nuovo ad una denominazione particolare e forse anche eccentrica, si ricordano titoli come "Tre cavalli", "Il contrario di uno","E disse", "Tu, mio", "I pesci non chiudono gli occhi", "Il peso della farfalla".)

"Tu insegnavi aceto e arcobaleno, senza giudicarli me li mostravi e a me spettava di scegliere tra essi. Così fa il porcospino mostrando ai suoi piccoli ogni cibo, anche il velenoso, lasciando che ognuno di essi decida il proprio pasto."
p 46

Non ho potuto esimermi dal sottolineare questa frase, vi ho ritrovato la figura maschile che attribuisco ad Erri e forse, anche un modo di esser uomini e di esser padri.
In un momento storico come questo, dove all'interno della famiglia 'tradizionale', spesso, si ripropongono i problemi causati dalla scarsa capacità relazionale e sentimentale che attanagliano la società , trovare un uomo che descrive una paternità importante, seria, una sorta di paternità- modello, anche difficile da comprendere, è gratificante.

Certo, fra gli intenti dell'autore non credo ci sia la volontà di plasmare figure genitoriali attraverso il modello del padre buono, volutamente buono, così onesto da destare quasi vergogna ai figli cresciuti in una società dominata da ben altri valori ( si ritorna sempre lì, il più 'forte', poi tramutato nel più 'furbo' dominano con il loro disvalore quella scala valoriale ormai disprezzata e calpestata), il contesto in cui questo libro è stato pubblicato è un contesto abbastanza differente, era il 1992, non si sentivano storie di ragazzini stuprati con pistole ad aria compressa, non giravano video amatoriali su w app, Silvio non era ancora sceso in campo, l'Italia era apparentemente sconvolta da Tangentopoli , era il 1992 e l'Italia era distrutta dalla strage di Capaci.

Questo libro non mi è piaciuto quanto gli altri libri di Erri De Luca, forse mi sono piaciuti dei tratti, ma la narrazione esageratamente 'impalpabile' ( si, è un termine improprio, concediamocelo), i periodi privi di soggetti riconoscibili, i dialoghi quasi mai segnalati, il cambio dei personaggi quando meno ce lo potremmo aspettare, mi hanno creato un po' troppa confusione.

Non solo a me, a quanto pare, visto e considerato che è stata opinione unanime delle presenti alla riunione del club dello scorso mercoledì, definire troppo complessa la narrazione e lo stile, almeno, del primo racconto dei tre.

Abbiamo voluto scorgere un parallelismo con il libro dello scorso mese:
"Una donna spezzata", libro composto da tre racconti, ha scaturito in noi sfumature completamente opposte a quelle nate con Aceto, arcobaleno:
nel caso del romanzo di Simone, infatti, il primo racconto ci ha appassionate moltissimo, il secondo ci ha catturate, il terzo è stato letto perchè era in fondo al libro. Con Erri, quando siamo partite, avremmo voluto cambiare libro, ma quando siamo giunte alla fine, avremmo desiderato ulteriori racconti.

Per chi non conoscesse la vita dell'autore, che personalmente stimo, sarebbe utile compiere una piccola ricerca biografica prima di intraprendere la lettura. Nel secondo racconto, di violenza, violenza costretta, violenza contro di sé, violenza rifiutata, calpestata, schifata, violenza che diviene principio di una lotta che non prevede sostanzialmente violenza alcuna, ho voluto ritrovare una scelta personale, raccontata in quelle pagine, in quel 1992 così violento per il nostro paese.
(Sono supposizioni sia chiaro, ho idealizzato sicuramente l'autore come faccio con tutta quella serie di uomini che stimo.)

Camilla, una delle partecipanti che è stata con noi telefonicamente, ci ha comunicato una sua visione piuttosto positiva nel complesso, andando a sottolineare quanto sia poi attuale l'insieme dei  temi raccontati, spesso, anche in piccole pillole, quasi aforismi.

"Dietro l'uguaglianza della polvere a ognuno la sua pelle." p 22
Collegata a tutto quello che sta accadendo in Italia,  a Mare Nostrum, giusto per trattare ancora una volta uno dei temi più violenti che alcuni sostengono, altri rinnegano, ma altri ancora ignorano. Un bellissimo spunto, un bel collegamento che dimostra come sia bello condividere opinioni ed idee riguardo allo stesso testo, per pensare, riflettere e spesso avere nuovi punti di vista.

(NB colgo l'occasione per sottolineare come il "Mare Nostrum"sia stato utilizzato come propaganda anche in epoca fascista. Ovviamente ognuno di noi ha proprie opinioni, ma in ogni caso l'apologia del fascismo è un reato previsto dalla legge 20 giugno 1952, n. 645, di conseguenza posso offendere solo dei criminali dicendo quanto sia atroce voler utilizzare nel 2014 un richiamo ad una delle epoche più buie, violente  ed ignoranti della storia italiana.)

"Avevi conosciuto l'amore così. Uso questa parola con immaginazione, io non l'ho toccato. Capivo che non l'amante apprende l'amore, ma l'amato, colui che accetta di essere trasfigurato agli occhi di un'altra persona, Apprendevo da te una notizia sull'amore, non quello che si prova, ma quello di un altro dal quale si è messi alla prova." p 62

Certo, frasi come queste, concetti come questi, ti rendono difficile non creare un legame con questo testo, così come quella visione religiosamente laica ( 26 ottobre, giornata degli ossimori per Penelope), che ho voluto scorgere a pagina 84, in quel
 "Ama il prossimo tuo, ma non come te stesso, misera equivalenza, amalo di più."

Questo libro non è fra i migliori di Erri, sicuramente neppure fra i migliori letti al club del libro, la copertina è stata eletta come copertina più bella fra quelle viste fino a questo punto, ricorda vagamente una foto di una nostra partecipante. In ogni caso, credo ne sia valsa la pena. Il prossimo appuntamento con il club del libro sarà lunedì 24 novembre alle h 21, il testo è della cilenissima (Penelope ama i cileni, ma non sarà di parte) Marcela Serrano - il titolo del testo è "DIECI DONNE".
ORA VI AUGURO UNA BUONA LETTURA, NON VEDO L'ORA CHE SIA IL 24 NOVEMBRE PER DISCUTERNE!

citazioni della serata: "Erri De Luca ha scritto questa roba perchè non aveva mangiato."

Il commento di Penelope:
Questo pensiero nasce in collegamento con Aceto, arcobaleno, con l'idea di un uomo che racconta un uomo, di una visione di una paternità messa nero su bianco, non infallibile, priva del mito della forza fisica, quasi romantica, sicuramente tenera. Io da sempre sono una sostenitrice di una di quelle tipiche americanate chiamate "pedagogista scolastico" e no, non ne sono sotenitrice solo per tirare acqua al mio mulino, come si suol dire. A mio parere, parere creato in parte da una certa sensibilità della quale mi faccio portatrice a tratti, in parte grazie a piccole competenze - sono 23 anni che studio ormai, lasciatemi avere dei pareri- , nelle scuole italiane dovrebbe essere introdotta come materia scolastica, l'educazione sentimentale e relazionale, possibilmente nell'orario scolastico, ma anche al di fuori di esso, credo sia importante che i giovani abbiano qualcuno al quale rivolgersi e al contempo qualcuno che possa rassicurarli. Sempre più spesso noto come la figura maschile, in quella che ho voluto chiamare famiglia 'tradizionale' ( e sia chiaro, non credo assolutamente che sia l'unico tipo di famiglia, anzi, sicuramente nella maggior parte delle famiglie costituite da due donne e bambini o due uomini e bambini non ci troveremmo davanti a una problematica simile a quella esposta) , sia una figura priva di una relazionalità affettiva nei confronti dei propri figli: si scambia il concetto di virilità con quello di distacco. Il distacco non fa mai bene ai bambini, ma neppure agli adolescenti, essere uomo e padre e dire 'ti voglio bene', è importante per i figli così come è importante per i padri, è sbagliatissimo considerare i comportamenti affettuosi delegati alla madre, esclusivamente femminili. Bisogna saper educare i bambini ed i ragazzi a sapersi relazionare con i propri sentimenti, per sapere esprimere in modo sano la rabbia ed in modo altrettanto sano l'amore. Ora come ora, la rabbia e l'odio prevalgono su un amore su cui ha prevalso la violenza. Fate voi se non è il momento di cambiare.
Grazie.