giovedì 5 aprile 2018

Stranezze.

L'amore a prima vista fa risparmiare tanto tempo.

L'amore a prima vista è una figata pazzesca.
Meno figo invece è iniziare a provare attrazione per qualcuno dopo anni ed anni che lo conosci.
Un po' come a dire: fino ad ora non ti ho mai considerato un uomo, però poi hai fatto o detto quella cosa ed allora sai, forse, non sei tanto male.

E qui parte l'ossessione.

Perché con qualcuno con il quale non ti frequenti, è facile impostare un rapporto di un certo tipo.
Cambiare un rapporto già stabilito invece, è come cambiare forma contrattuale, cambiare il tasso del mutuo, vendere la macchina.Mica è facile.

Poi sembri anche pazza, perché per due anni non te lo fili minimamente e poi BAM.
COSI. MO SIAMO INTIMI.

Fino all'altro ieri CHI SEI ed oggi PERCHE NON MI HAI ANCORA SCRITTO UN MESSAGGINO PER RACCONTARMI QUELLO CHE FAI CHE TANTO NON MI è INTERESSATO PER DUE ANNI, ANCHE OGGI NON è CHE MI INTERESSI UN GRANCHE MA ADESSO FUNZIONA COSI DEVI MANDARMI IL MESSAGGINO PER DIRMI COSE CHE NON TI INTERESSA CONDIVIDERE E A ME NON INTERESSA ASCOLTARE PERCHE IL RAPPORTO è CAMBIATO E SE NON LO FAI SIGNIFICA CHE INSOMMA FA TUTTO SCHIFO.


Una situazione molto complicata e delicata.

E poi la gente. Vogliamo parlare della gente?

Fino al giorno prima potevi liberamente ridere, scherzare, fare battute che neppure i marinai degli anni 50' dopo sei mesi in mezzo al mare ed andava tutto bene.

Poi, improvvisamente, tu diventi una stronza e lui un poveretto.

Poveretto, insomma poveretto, prima lo schernivo gratuitamente, adesso mi prendo il diritto ed il dovere di farlo insieme ad altri compiti ben più complessi.

Ma il mondo è così:
l'uomo, è sempre un poveretto.
Non importa che a te non interessi se abbia amicizie femminili, se esca, se stia in casa, se stia in casa con le sue amicizie femminili, chi senta, chi si faccia, chi non si sia fatto, no. Non importa.
Perché la donna per modello è una rompi palle e l'uomo è il poveretto.

Tutto questo è atroce.
E le peggiori sono le donne che fanno pesare alle altre donne il fatto di essere donne e di dire delle cose a qualcuno che non è una donna.

Se tu dici 'andiamo all'ikea', tu sei la stronza e lui il poveretto. Non importa se tu odi l'ikea e lui si sente esaltato nel mettere delle vitine, non importa. Perché si dà per scontato che siano le donne a volersi alzare dal divano per avventurarsi in territori che rimarrebbero sconosciuti al mondo maschile, come i supermercati, i grandimagazzini, i musei, i teatri.
Si, perché l'uomo che è poverino, è anche ignorante come una scarpa ed è previsto da copione che debba disdegnare musica classica, balletto, il tuo gruppo preferito, il teatro, i film di autore ed il the.

E se per caso un uomo ama deliberatamente qualcosa di quello scritto sopra, beh, in realtà non lo ama. Crede di amarlo quando invece gli è stato inculcato dalla malefica compagna.

Così l'uomo risulta: poveretto, ignorante e anche scemo, come se non fosse abbastanza.

E quando il rapporto con qualcuno cambia dopo anni, tutti quelli che hai attorno si possono permettere di dirti che tu sei stronza e lui è poverino.

Se poi, dovesse mai accadere che sia lui a comportarsi male con te, tu sei stronza e autolesionista perché lui 'è sempre stato così e tu volevi cambiarlo'.

Certo.

Va bene.

Ho capito che se nasci donna, ti becchi delle botte di stronza tutta la vita.
Se nasci uomo in compenso sei così scemo da lasciarti sottomettere costantemente da una stronza.

E poi, vogliamo parlare di quelle che "io non lo farei mai"?

Quelle che se lui si lamenta dei tuoi pigiamoni rispondono che loro vanno a letto nude, anche in pieno in verno, sempre e comunque,
quelle che rispondono alle battute sul tuo fisico dicendo che loro vanno in palestra e le vere donne non si devono lasciare andare mai,
ma tuttavia quando lui commenta la tua cucina, si rivelano cuoche provette.

Perché le donne sono così, stronze.

Stronze con le altre donne stronze, stronze con i poveretti con cui stanno, ma magnificamente stronze con le donne che stanno con gli uomini con i quali non stanno loro.

lunedì 2 aprile 2018

Riposini.

Tutte queste voci, tutti questi suoni, tutta questa gente.
E poi, io.
Ogni tanto mi sento esclusa da questa grande comune che è diventata casa mia o meglio, da questa mia casa che è diventata una grande comune.
Ne sono molto felice e molto orgogliosa, sicuramente, non soffro la solitudine.
Tuttavia ci sono momenti come questi in cui io sono un po' distante, appoggiata alla madia, con il mio bicchiere in mano, un bicchiere di vino rosato pessimo, che non riesco a bere e quindi sorseggio ogni tanto, per non deludere chi lo ha scelto; non so chi abbia comprato questo vino, ma nel dubbio, fingo, in fin dei conti voglio bene a tutti i presenti nella stanza e poi, soprattutto, non ho voglia di finire in una di quelle lunghe discussioni sull'uva, la spremitura, le botti ed il giusto vino abbinato al giusto cibo.
In fin dei conti non so cosa sia giusto mangiare o giusto bere, mi piacciono da sempre pochissime cose. Poi sperimento, per carità, adoro sperimentare, ma finisco sempre a mangiare e bere le solite cose.
Comunque io sono qui appoggiata al mobile, con questo bicchiere di vino che non berrò, mentre osservo gli altri che parlano e scherzano, giocan, tagliano la frutta, sgocciolano sul mio tappeto lilla.
Mi accendo una sigaretta, tanto ci sono le finestre aperte in tutta la casa e non soffocherò nessun bambino, e poi, comunque, mi sento ancora in diritto di soffocare i miei ospiti con estrema calma e cortesia. Sto fumando una sigaretta arrotolata, tabacco, filtrini, sto cercando di togliermi il vizio, soprattutto nei confronti delle sigarette alla menta e prima o poi mi toglierò dalla testa questa passione per il fumo, che mi uccide.
In fin dei conti mi giustifico dicendo che non è l'unica passione che mi nuoce, ma fumare è troppo stupido, soprattutto alla mia età, soprattutto vedendo ciò che mi accade attorno. Non smettere dimostra quanto io sia sciocca.
Sono sempre qui, appoggiata a questo mobile, il bicchiere ancora pieno di un vino che non berrò appoggiato come me, sul ripiano, una sigaretta appena girata ed accesa, le braccia conserte, guardo gli altri che parlano. Arriva qualcuno e prende un paio di tiri direttamente dalla mia mano, mi si mette accanto, mi passa un braccio attorno alla vita e gioca con la mia mano, dietro alla mia schiena. Mi prende la sigaretta , la riprendo, due tiri e l'appoggio nel posacenere. Per un attimo ho creduto che anche lui stesse vendendo ciò che stessi guardando io, queste relazioni e queste dinamiche che si instaurano quasi come fossero dei fili.
Quasi tutti quelli a cui voglio bene sono in questa stanza ed il loro minimo comunedenominatore sono io, anche se in realtà, si sarebbero probabilmente comunque incontrati anche senza di me. Ma non è successo. Il mondo è così piccolo. Non sarei stata essenziale.
Sono profondamente sicura che lui non abbia assolutamente pensato a ciò che abbia pensato io, succede. Mi allontano, senza far notare che mi stia allontanando, un po' come se avessi realmente qualcosa da  fare nell'altra stanza. Metto su un cd, almeno evito di pensare al mio tappeto. Pianoforte, dai, l'ultimo che mi hanno regalato, poi improvvisamente hanno iniziato a regalarmi il jazz.
Quella sul jazz è una questione controversa. A me non piace, non so come mai, non c'è un motivo, non c'è un perchè, probabilmente non lo capisco. Credo sia un'assenza di simmetria, anche se in realtà mi rendo conto che ciò che adoro e ricerco siano le variazioni.
Attendo la simmetria e ricerco le variazioni, se non fossi bizzarra, lo troverei bizzarro, ma in realtà a questo punto ritengo sia del tutto normale per me.
In ogni modo, in un mondo come questo, puoi mangiare gli animali, puoi rubare, puoi picchiare, puoi fumare scegliendo di ucciderti, ma non puoi dire che non ti piaccia il jazz: a questo punto c'è sempre qualcuno pronto a giudicarti e a dirti che non capisci nulla, che non hai sensibilità, che non lo hai mai davvero ascoltato, che non hai una cultura, che non sei in grado di apprezzare le cose belle, che sei troppo classica, che sei una bacchettona, che non hai un gusto personale, che hai la mente chiusa... insomma, se non ti piace il jazz, sei una merda.
Ed allora ringrazio, accetto il regalo, sorrido, archivio, magari lo espongo anche in salotto, ma so già che non lo ascolterò.
Magicamente torna qualcuno con una sigaretta e mi appoggio alla finestra di sala per fumare, le persiane sono aperte, entra l'aria dell'una della domenica pomeriggio, della primavera che arriva con la Pasqua, del frastuono che proviene da giochini sonori, da un'insalata da tagliare, dalle risate e dai racconti.
Sorrido.
Arriva qualcuno e mi toglie dallo stereo il cd, mettendone su uno suo, mimando due bacchette invisibili, qualcuno si sporge dalla porta dicendo che è bellissimo, le bacchette diventano il corpo di un contrabbasso, con il viso accrucciato.
Arriva questo piccolino camminando con in mano della cioccolata ed io penso che non sia opportuno mangiare cioccolata prima di pranzo, ma rimango in silenzio, perchè tutto sommato non ho voce in capitolo ed allora, per evitare discussioni, va bene anche la cioccolata prima del pranzo di Pasqua nel quale mangeremo kcal non necessarie e dovremmo bere per forza e ridere.
In realtà io ho molta voglia di ridere, davvero, mi sento felice in questo momento, forse anche solo a livello superficiale. O forse sono profondamente felice ed infelice apparentemente, non lo so.
Avrò moltissime lavatrici da fare, per non parlare dei pavimenti e dei lavandini, ma soprattutto, non voglio pensare ai piatti ed alla cucina.
Rimango la regina delle ossessivo- compulsive.
Abbiamo deciso che dopo pranzo andremo tutti a suonare insieme al mare o forse al parco o forse dove capita. Credo che sia una prospettiva molto carina, mi mette gioia l'idea dell'altalena. Forse io rimarrò col bambino in disparte, oppure suoneremo insieme un tamburello. Il bambino non dorme mai al pomeriggio, come mai? Forse sarebbe il caso che dopo pranzo dorma, ma non è obbligatorio. Comunque tutti pretendono che lui sia sveglio e che venga a suonare, quindi verrà. Vorrei rimanere a casa con lui e lasciarlo dormire, ma non sono sua madre, quindi non lo proporrò.
Fin da piccola mi hanno sempre detto che le mie espressioni parlavano per me, per fortuna però al mondo non interessa interpretarle e quindi quasi sempre sono salva. Arriva Lui, mi guarda e a gran voce, ridendo, mi rimprovera del fatto che devo suonare anche io e divertirmi e che il bimbo sarebbe felice di vivere quel momento.
Cazzo, ha capito a cosa stessi pensando, questa volta.
Il pranzo è leggero, non c'è carne, è tutto molto leggero, verdure, frutta, adoro la frutta nell'insalata, insieme alle noci. Molto buono. Mangio e mi chiedo se smetterò di ingrassare così velocemente. Il mio metabolismo è cambiato, come l'elasticità della mia pelle, come i miei occhi ed il mio viso che perde pelle da tutte le parti.
Non bevo, mi verso il succo di mirtillo, mi rende serena rimanere lucida. No, non solo perchè c'è un bambino e neppure perchè mi senta responsabile per tutti gli altri che bevono, ma solo perchè non ho voglia di perdere la lucidità. Ho già mal di testa per conto mio, dormo poco e male.
Faccio molte cose, forse troppe e vivo male il tempo libero, ammesso che si possa definire davvero libero, dato che ultimamente ho davvero preso troppi colpi. Molti dolori, lividi, difficoltà, ansie, paure.
Vorre sentirmi senza amore, senza senso della responsabilità, senza questo continuo bisogno di essere presente per gli altri e l'incapacità di non assolvermi quando non riesco come sento che avrei dovuto.
Sembra un film con Lo Cascio. Solo che LoCascio non c'è e questo è un problema perchè ritengo che sia proprio bello, un po' bassino, ma così bello.
Mentre partorisco questi profondi pensieri squilla il mio telefono, che non prende mai, da nessuna parte, in questo monte, ma improvvisamente resuscita. Ed ecco che cambia tutto.
Un tuo messaggio.
"Che problema hai tu con gli armadi?"
Sorrido e dico che è una mia allieva. Mi scuso, mi alzo, vado un attimo di sopra, devo cercare un libro e non so dove sia. Ed è plausibile dato che tutti conoscono il mio attaccamento ai libri.
Se vai di sopra porta il bambino che altrimenti tenta di fare le scale, va bene, certo, porto il bambino su con me, tanto non potrà dire che quel libro non l'ho cercato, sembra quasi che questo bambino capisca tutto, molto meglio di altri. Lo prendo in braccio e saliamo.
Stamattina ti ho scritto quanto mi senta invecchiata, avrei voluto dirti 'brutta', ma poi ti saresti speso in complimenti che non avrei voluto sentire e non sarei riuscita a gestire, così ti ho solo detto che mi sento invecchiata precocemente e velocemente e che odio il mio armadio, che poi, non è un armadio, ma una grande cassettiera.
"Preferisco le cassettiere, ma è giustificato: negli armadi si nascondono gli scheletri, nei cassetti i sogni."
Ridi e dici che solo io potevo vederla così.
Il piccino mi guarda, ride.
Chissà se tu te la ricorderai mai questa Pasqua, mi auguro di no, o forse si, ma non così proprio come sia stata, perchè non vorrei avere il peso di averti rovinato l'infanzia. Sappi almeno che io, volevo lasciarti dormire il pomeriggio.

Comunque.

Poteva andare peggio, potevamo essere felici.
invece tutto sommato, neppure tu mi sembri particolarmente felice ed allora mi sento meno in colpa nel doverti dire che anche se tu sarebbe potuto essere perfetto e sulla carta tu eri giustissimo, insomma giustissimo magari no, facciamo giusto dai, in ogni caso, mi sento meno in colpa nel dirti che saresti potuto essere più o meno giusto, anche se sulla carta era già evidente che non lo fossi, ma comunque, insomma, giusto o sbagliato che sia, anche se forse era evidente a tutti, noi compresi che di giusto ci sarebbe stato ben poco... vabbè insomma, se anche tu sei infelice non mi sento in colpa a dirti che anche io sono infelice.
non infelice infelice, per carità, una situazione piuttosto piacevole, ma non felice.
va bene che la felicità sia sopravvalutata e se vai a vedere tutti quanti tiriamo a campare verso la serenità e non verso la felicità che non ci tira quasi mai a campare se vai a vedere, ma non mi sembra opportuno continuare a guidare verso questa strada completamente sterrata che inizia ad essere piena di ciottoli, in salita, sempre più ripida e più stretta.
perchè forse entrambi abbiamo creduto che fosse una principale, magari a tratti una super strada ed invece era solo una strada sterrata, piena di ciottoli, in salita, stretta, un sentiero insomma.
a questo punto potremmo decidere di lasciare qui la macchina, perchè tanto la dovremmo tutta fare in retromarcia e non so tu, ma io guido male andando avanti, figuriamoci guardando indietro, ma comunque insomma, o si scende e si prosegue a piedi oppure rimaniamo fermi qui.
sul rimanere fermi ho dei dubbi perchè a nessuno piace stare fermo a lungo in una strada sterrata, stretta, in pendenza, con i ciottoli ed isolata e magari uno dei due decide di scendere e tornarsene indietro senza avvertire.
sulla storia del 'continuiamo a piedi' invece, insomma, non ho mai le scarpe adatte, anche quando indosso scarpe da ginnastica, non sono mai scarpe da ginnastica, sono sempre scarpe sportive che hanno una forma sportiva, ma non sono davvero adatte per lo sport, figuriamoci per la scalata.
e a me personalmente, gli scarponcini, non piacciono proprio. adoro i tacchi. lo so, sono frivoli e scomodi, ma amo i tacchi e non so cosa farci, li indosso poco, ma li adoro.
è lo stesso con lui.
so che non puoi capire fino in fondo, anche io non posso capirlo fino in fondo, non so proprio cosa farci, ma lui è come il mio paio di tacchi fucsia incrociati sul davanti: sembrano esagerati, fuori luogo, immettibili, eppure sono gli unici tacchi con i quali mi senta a mio agio.
e il punto è che lui mi fa sentire cosi accettata e voluta e amata anche senza che lo voglia fare, da farmi sentire davvero accettata, voluta e amata.
e se lo volesse fare, forse non ci riuscirebbe neppure, ma non volendolo fare, ci riesce ed io mi sento così voluta, accettata e amata.
insomma, è complicato.
però tutto sommato sono molto felice che tu non sia innamorato di me almeno quanto io non sia innamorata di te e poi anche questa storia che io ti renda infelice e tu non mi renda felice.
è fantastica, vero?
grazie.