L'uomo ragionevole adatta se stesso al mondo, quello irragionevole insiste nel cercare di adattare il mondo a se stesso. Così il progresso dipende dagli uomini irragionevoli.
George Bernard Shaw
Ho timore di non riuscire a fare le cose che amo fare,
ho timore di non essere abbastanza brava, abbastanza pronta, abbastanza intelligente.
Forse Penelope doveva stare in casa a filare una tela aspettando che gli altri tornassero,
mi sembrava di perdere tempo e vita, ma forse per me, per quelle come me, quella era l'unica vita possibile.
Scontrarmi ogni giorno con la realtà dei fatti, con le difficoltà, la rinuncia.
Mio padre oggi è venuto a prendermi a scuola, mi ha abbracciata, mi ha proposto di iscriversi, lo avrebbe fatto solo per me, come se potesse bastare la sua sola presenza a risollevare tutto.
Mi ha accompagnata per negozi, cercava un regalo per me.
Non compro una borsa da giugno, indosso sempre i soliti abiti, ho rinunciato alle cene fuori, ad avere mani curate, alla parrucchiera, alle serate per locali. Non ho rinunciato ai libri, ma sicuramente ho diminuito le spese.
La Feltrinelli potrebbe chiamarmi a casa per vedere se mi è successo qualcosa di grave, probabilmente dal loro bilancio , la mia nuova condizione economica appare evidente.
Ho rinunciato e sto rinunciando, per paura di perdere il lavoro e non sapere dove sbattere la testa.
Guardo mio padre e so che senza di lui non potrei mai vivere la parvenza della donna indipendente, lui che mi aiuta, mi aiutava e mi ha aiutata tante volte ad arrivare alla fine del mese.
Non sono così indipendente, non la sarò mai.
Davanti ad un'agenzia di viaggi ho lasciato il cuore su una settimana bianca in offerta.
Non vado in palestra, mi rifiuto di farmi pagare il corso da mio padre.
Non ho comprato la borsa bellissima color carta da zucchero firmata da P.C.
Vivo tutto in maniera così precaria, senza una stabilità mia, senza la possibilità di sentirmi libera di permettermi qualcosa, con l'ansia di rimpiangerlo in futuro.
Ora come ora rimpiango molto l'aver comprato mobili, vestiti, cene, viaggi, terme...
...aver creduto di poter comprare la serenità perché tutto sarebbe sempre andato bene, non curante del fatto che le cose potessero andare come siano andate.
Forse non rimpiango così tanto, tutto.
Era bello poter entrare in libreria e scegliere qualsiasi cosa volessi leggere, partire al mattino, visitare musei, città, conoscere nuove cose, fare mille corsi, imparare.
Ma è giusto, il senso di responsabilità.
Il pensiero per il futuro.
L'ansia di non riuscire a farcela.
La paura per le conseguenze.
Il senso di difetto che vivo al pensiero di dover chiedere a mio padre.
Non è giusto, non doveva andare così.
Le mie scelte personali hanno avuto serie ripercussioni sulla vita di altri e non doveva essere così.
Dovevo essere in grado di prendermi le mie responsabilità, di esigere tempo e modo, di trovare una soluzione senza che qualcuno la trovasse per me.
Questa condizione mi fa soffrire, il pensiero e l'ansia mi addolorano, non riesco a godermi nulla.
Rinuncio, semplicemente, in fin dei conti va bene così, no?
Di cosa potrei lamentarmi.
In fin dei conti tutto questo l'ho voluto io.
In fin dei conti ad ogni azione corrisponde una reazione uguale o contraria.
Non posso lamentarmi di nulla, ma tutto questo mi fa soffrire: non è la rinuncia materiale, ma l'idea di non poter decidere autonomamente.
Mi sento così in difetto, perché la sono.
Avrei bisogno di una stabilità che non riesco ad avere,
mi sembra di fare il massimo, ma non è mai abbastanza,
non riesco ad ottenere le cose alle quali aspiro,
a veder concretizzato tutto quello che vorrei, davvero.
Sono così stanca, così priva di motivi ormai, tutto quello che tento non va bene, dove faccio sbaglio, sono completamente assente da tutto quello che ho amato e mi faceva stare bene, ma queste privazioni che mi autoinfliggo non servono a nulla, mi punisco perché non sono riuscita ad arrivare dove avrei voluto, ma la punizione non mi fa sentire meglio, meno in colpa, meno sbagliata.
Mi punisco e non serve.
Vorrei provare la gioia che ho provato il 14 settembre, una sera meravigliosa, mi sentivo tanto viva, gioiosa, felice, è stata una bella sera ed io ci ho creduto.