venerdì 12 settembre 2014

Club del libro 11. 9. 2014 : Una donna spezzata.

Ieri sera si è svolta la riunione del club del libro di settembre, il tema, che sarebbe dovuto essere "Una donna spezzata", si è inesorabilmente incagliato sull'argomento " elettroshock", cambiando radicalmente la serata.


Se tutte le strade portano a Roma, tutte le storie portano all'elettroshock !

(In realtà non vorrei scherzare su un tema così delicato e così doloroso, 
in pratica, quando ti trovi al tavolo con cinque donne intelligenti, 
ti rendi conto di come si possa veramente scherzare su tutto, senza mancare di rispetto e serietà su nulla.)

In ogni modo, ponete un punto di partenza, mettete una manciata di persone con una gran bella testa ad un tavolo e i voli pindarici non potranno esimersi : condurranno il gioco.

"Una donna spezzata", Simone non ci ha deluse, con la sua abile penna è riuscita a fingersi tre diverse donne, con tre diversi linguaggi e tre diversi stili, senza tradire il filo conduttore che fa da tramite fra le pagine e le storie di queste anime.
Partiamo dall'ultima, una donna spezzata, da una caduta improvvisa, da una caduta fisica e morale, da una caduta nei confronti di se stessa, ma anche nei confronti della figlia che ha deciso di abbandonare alla morte.
Se leggessimo una storia simile sui quotidiani, ci indigneremmo davanti ad una madre che lascia morire la figlia , sui social spopolerebbero post su come certe donne non debbano essere madri, alcuni probabilmente ricercherebbero motivazioni quali la droga, la mancanza innata di valori,
             (in base all'età della donna perchè si sa che se sei una madre giovane, sei una snaturata che esce e di conseguenza il figlio è      problematico / se sei una madre meno giovane, sei un'egoista estremamente opprimente e di conseguenza il figlio è problematico - insomma, se sei madre sbagli, ma anche se scegli di non esserla, sbagli comunque-)

la nazionalità, un padre assente oppure troppo presente: saprebbero distinguersi i programmi condotti da donnine di plastica e quello condotto dall'amante dei plastici.

In questo terzo racconto invece, manca l'indignazione di Simone, è il personaggio che parla di sé a sé, ci comunica cosa sente di essere, vomitandosi addosso racconti, rancori, sentimenti, come se il trauma di una caduta il 31 dicembre, l'avesse ammaccata così forte  da aprire uno spiraglio, passaggio diretto fra il fuori ed il dentro , fra la sua anima e il mondo popolato da idioti irragionevoli, fra la sua innocenza e la colpevolezza del mondo circostante.

Il filo conduttore, o almeno uno dei fili, che abbiamo intravisto è questo: l'incapacità di prendersi delle responsabilità, indipendentemente dal contesto, la totale mancanza di volontà di assumersi la colpa di una situazione che pian piano non solo, sfugge al proprio controllo, ma si sta lentamente degradando.

La donna numero due, una donna adulta, colta ( tutte e tre le donne spezzate sono donne colte), rivoluzionaria, affermata professionalmente e socialmente, la tipica donna dall'aria vissuta e dalla mente "aperta".
(E proprio per questo non riesco a perdonarti, delle tre, sei la donna spezzata che meno voglio 'salvare', probabilmente perché ricoprirsi di un''apparenza fatta di valori - apparenza ricercata anche dalle altre protagoniste, ma tramite espressioni differenti-, che in parte condivido, in qualche modo li svaluta e di riflesso svaluta anche una parte di Penelope,ecco.)
Talmente colta e adulta, da addossare la colpa delle decisioni del figlio, perché quando queste si discostano dalle proprie assumono l'essenza della 'colpa',  ad un'altra donna, la nuora.
Abbiamo sottolineato come questa donna,   donna spezzata da un figlio che si rivela diverso dalla proiezione di sè, che lei stessa, ostinatamente, voleva vedere,  sia ancora una volta una madre incapace di accettare e sostenere il proprio figlio.
In apparenza lo sostiene, ma nel profondo ha un'opinione talmente bassa di lui, da pensare che una donna, in combutta con il suocero, potesse traviare il suo bambino.

Una delle partecipanti (che brutto termine!lo so! non trovo carino scrivere il nome però...)
che fra pochi mesi ci renderà zie,  ha detto : "Anche se è estremamente difficile da accettare, il figlio è tuo, ma non è comunque tuo, è una persona diversa da te."
Esprimendo così una grande verità, del tutto assente da questo secondo racconto : si vive la presenza di questo figlio, adulto, come un prolungamento della propria persona, in tutto e per tutto.

Il padre invece, figura importante, perché come ci ricorda un'altra 'partecipante' "i figli si fanno in due e si crescono in due", sembra abbia in qualche modo accettato il figlio, sicuramente più della madre, ma alla fine, la triste realtà è che questo figlio, nato da due persone incapaci di vivere una dimensione 'comune', incapaci di creare un nucleo familiare probabilmente, non sia 'abbastanza' per nessuno dei due genitori.
La madre, è stata solo più abile nel plagiarlo, non fosse riuscita lei, probabilmente, sarebbe subentrato il marito, con le sue aspirazioni non raggiunte e questo limite prestabilito, oltre al quale, qualsiasi cosa, pensata o vissuta, non sa assumere i connotati della genialità.


Idealizzazione: un altro filo conduttore del libro, insieme al rifiuto della colpa e alla necessità di vivere di apparenze.

A questo punto devo citare un'altra partecipante che con: "Autocritica è una parola che dovrebbe far parte del vocabolario!" *, è arrivata dritta al punto, soprattutto per quanto riguarda la donna spezzata dalla sua volontà di spezzarsi del racconto numero 1.

Sei bella, sei ricca, sei colta, sei sana, hai due figlie grandi.
Tuo marito, il grande uomo idealizzato che vive con te, ti tradisce: 
la prima versione dice che è stata una'bottaevia', già la seconda, afferma un rapporto, alla terza risulta evidente un legame di fondo tra loro.
La quarta versione non esiste, ma tu sei a casa da sola e lui è in vacanza con lei.
Noi, cara donna spezzata, noi ti abbiamo capita, ti abbiamo sostenuta, ti siamo state accanto per interi capitoli dicendo e pensando: "uominidipupù".
Arrivate a questo punto però, ci saremmo aspettate che tu facessi i bagagli e andassi a trovare tua figlia, ti facessi un viaggio in giro per il mondo, o che corressi almeno a mangiare in quel ristorante giapponese dove non andavi mai perché a tuo marito il giappo provoca bruciore intestinale! 
Invece no, tu ci sei caduta in basso donna spezzata, ti sei affidata ad amiche che non erano amiche, donne pronte a fare gossip secondo i turni delle presenze/assenze, ma soprattutto ti sei affidata al giudizio dell'uomo che ti ha tradita per anni.
Non sei stata capace di accettare la realtà ed hai sempre preferito lottare per ottenere ottime superficiali espressioni di qualcosa di inesistente: un matrimonio perfetto, una casa perfetta ristrutturata di recente, due figlie diverse, ma ugualmente perfette.
E non ti rendi conto che l'uomo che decidi di tenerti, l'uomo che ti tradisce da anni, ti giudica un'incapace ed è così abituato a non rispettarti, da permettersi di giudicarti come madre e come donna.
Tu ci hai deluso, ci hai deluse tutte e questo non potremmo mai perdonartelo.


Si, certo, il contesto è importante: siamo negli anni 60', una realtà ben differente da quella che siamo in grado di percepire, ma in fondo, oltre a quella parvenza di emancipazione che abbiamo ricevuto in dono ( e che, tuttavia, riusciamo a calpestare volontariamente), quante volte scegliamo di vedere qualcosa che in realtà non è, è cambiata, oppure semplicemente, non è mai stata?
La linea di confine fra il non voler accettare e far di questa mancata accettazione una lama con la quale segnarsi fino a divenire per nostra stessa scelta, donne spezzate, è sottile e spesso rivestita da 'inibitore del dolore'.


Inoltre, la riflessione sugli ideali di fondo di queste donne, mi fa riflettere.
Una delle mie grandi paure è non riuscire a vivere secondo i valori che sento miei, che in qualche modo, in termini non assoluti, sento essere' giusti', tradire i propri valori è un po' tradire se stessi e non essere fedeli a se stessi, questo lo so, non è mai un buon punto di partenza per nulla.

Per esempio, credo fermamente nell'esaltazione della diversità: anche se bisogna cercare ciò che unisce e non ciò che divide, nel momento in cui incontro qualcosa di diverso da me, voglio esaltarlo e non distruggerlo.
Attuare questa esaltazione non è facile, alcune volte mi limito al 'tollerare', ma altre invece, ci sono diversità che mi entusiasmano, nonostante magari siano molto distanti da me.
tutto questo giro di parole per dire: ho iniziato la saga del trono di spade e mi piace tanto e sono veramente felice che un'amica, partecipante, abbia avuto occasione di farmela conoscere!



La serata è stata splendida come sempre, tortine e dolci in quantità industriali,
(posterò le foto a breve!)
libri, parole e due nuovi partecipanti: una giovane donna coraggiosissima e poi... AlessandroMagno, il mio nuovo micio che ha ricevuto coccole in quantità.
(al momento dei saluti voleva andarsene anche lui...)



IL PROSSIMO APPUNTAMENTO SARÀ LUNEDI 13 OTTOBRE ALLE ORE 21:00
CON IL LIBRO "IL PANNELLO"DI ERRI DE LUCA.


VI RINGRAZIO COME SEMPRE,
condividere libri è condividere amore!
(per questioni di serenità ho eliminato l'argomento 'suocere: istruzioni per l'uso')



*voglio dieci magliette con questa frase.




 


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