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martedì 9 settembre 2014

Auguri Lev, grazie di tutto, grazie per Anna!

Come mi ricorda Google, oggi, Lev, avrebbe compiuto 186 anni.
" Tutta la varietà, tutta la delizia, tutta la bellezza della vita è composta d'ombra e di luce."

Un uomo degno di tutta la mia stima, un uomo capace di scrivere:

"Tutte le famiglie felici si somigliano; ogni famiglia infelice è invece disgraziata a modo suo."

" Tutte le famiglie felici si assomigliano fra loro, ogni famiglia infelice è infelice a suo modo."

"Tutte le famiglie felici sono simili le une alle altre; ogni famiglia infelice è infelice a modo suo."


" Le famiglie felici si rassomiglian tutte. Ogni famiglia infelice, invece, lo è a modo suo."

Un incipit meraviglioso, qualunque sia la traduzione più fedele,
( Io personalmente preferisco quella di Ginzburg, lq numero due)
Lev Tolstoj ha saputo colpire nel segno con una sola frase.
Uno scrittore, un genio, un uomo, un artista.
Si, perchè sarebbe riduttivo trovare una sola definizione per un'anima capace di attraversare gli abissi femminili, capirli e rappresentarli. Il tutto in maniera facile, discorsiva, semplice, diretta, ma anche delicata e raffinata.


Un uomo che mi ha accolta nel mondo femminile, prima ancora che io stessa fossi donna. 

" – Se vuoi la mia confessione riguardo a questo, ti dirò che non credo che qui ci sia un dramma. Ed ecco perché. Per me l'amore... tutt'e due gli amori che, ricordi, Platone definisce nel suo Convito; tutt'e due gli amori servono da pietra di paragone per gli uomini. Alcuni uomini ne comprendono soltanto uno, altri l'altro. E quelli che comprendono solo l'amore non-platonico è inutile che parlino di dramma. Quando c'è un tale amore non ci può essere nessun dramma. Vi ringrazio umilmente per il piacere, i miei rispetti; ed ecco tutto il dramma. E per l'amore platonico non ci può esser dramma, perché in un tale amore tutto è chiaro e puro, perché...
In questo momento Lévin si ricordò dei suoi peccati e della lotta interna che aveva vissuta."


 
  "Ma una volta, non avendolo incontrato a un ricevimento dove contava vederlo, capì chiaramente, dalla tristezza che le invase l'anima, di aver ingannato se stessa; l'insistenza di quell'uomo non solo non le era fastidiosa, ma costituiva per lei tutto l'interesse della vita."

 Vronski e Anna...

Beh, questo libro mi ha segnata, molto.
E mi è piaciutio, tantissimo.

Forse appaio contradditoria, dal momento in cui elogio così tanto donne forti ed indipendenti e disprezzo quelle incpaci di volersi vedere singolarmente, come persone aderenti a se stesse, prima che al prossimo.
In realtà, la figura di Anna, mi affascina proprio nell'indipendenza che ha nei confronti di tutto, del matrimonio, della società, persino nei confronti di Anna stessa.
E quando Lev le fa pensare che Vronski costituisse il centro della sua intera esistenza, lo fa per un attimo, poi, l'attimo dopo, lei torna a pensare a se stessa, al suo amore e al suo grande dramma.

Un dramma mai banale, ma sempre vero e sincero e puro.
Non come i drammi che nella quotidianità vedo ricercati e voluti ed espressi attraverso ogni forma conosciuta.
(*momento polemica*: nascondersi dietro i più variegati drammi immaginari, non ti esime, per quanto riguarda la mia visione, almeno, dal prendere atto della tua persona, dei tuoi doveri e del fatto che non tutto ciò che dobbiamo fare, ci piace. Ciò non toglie che vada fatto. Piangersi addosso non serve a nulla.)



 “Quanto alla Karenina: io vi assicuro che per me quello schifo di romanzo non esiste più!”.Lev Tolstoj 1881

Fedor, caro Lev, la vedeva diversamente ed io con lui.

C'è solo una domanda che mi ha tortmentata a lungo ed alla quale non ho mai trovato risposta che non fosse personalistica all'estremo:
Perché Anna si suicida?

Una volta, ad un aperitivo universitario, ho trascorso un'ora a chiaccherare con una collega sull'interrogativo, senza trovare risposte all'altezza, almeno io. Salvo poi scoprire che la collega in questione, innamorata dell'anti eroismo proprio della Karenina, non aveva mai letto il libro, ma in compenso ogni genere di recensione.
Quella fu l'ultima volta che partecipai ad un'attività pseudointellettuale con letterati, mi alzai e me ne andai, senza salutare.
Per anni, io e la mia amica Cerere ne abbiamo riso.

Ma questa piccola e deludente parentesi, mi ha aiutata a comprendere un paio di cose, sicuramente.

La prima, è che chiunque, persino chi non ha mai letto il libro, si è chiesto nella vita, perché Anna si sia suicidata.

La seconda invece, è che anche se non avrò mai risposta, questa mia domanda, è utile come metro di giudizio, per captare chi, nella vita, si affida alle recensioni dei più grandi, senza aver prima avuto modo di formulare un proprio pensiero.

 

(La mia opinione sul suo suicido, probabilmente è dettata dal femminismo, lo so, ma credo che Anna non sia più riuscita a respirare la libertà della quale necessitava per vivere. Lei è Anna solo quando è libera e si sente libera quando si afferma al di fuori da ogni genere di convenzione sociale che possa in qualche modo obbligare due persone ad essere una famiglia. Il suicidio di Anna si risolve nell'incipit che tanto amo, perché" ogni famiglia felice ed ogni famiglia infelice" , poco importa quale sia l'aggettivo, l'importante è il concetto di famiglia.
Quello che ad Anna sta stretto.
Probabilmente l'ostracismo attuato nei suoi confronti ha influito sul suo suicidio, così come l'incapacità di Vronski di starle dietro. 
Ma credo che il colpo di grazia le sia stato dato dal rifiuto della domanda di divorzio da parte del marito. Quel gesto ha in qualche modo legittimato qualcosa di illegittimo che doveva rimanere tale per essere libero e vivibile per una donna come Anna. Designare un rapporto di coppia attraverso l'azione del marito stesso, deve averle fatto tornare alla mente quel termine "famiglia", al posto di "persona". Anna è morta per difendere la sua volontà di dire no ed affermare se stessa tramite le sue diversità.)


"Non c'era bisogno di chiedergli perché fosse lì. Era certa, come fosse lui stesso a dirglielo, che era lì per essere dov'era lei."LT

 "E io chi sono, sono io o sono un'altra?"

"Era come se tutte quelle tracce del suo passato lo avessero afferrato dicendogli: "No, non ci lascerai, non diventerai un'altra persona, resterai quello che eri: coi tuoi dubbi, con la continua insoddisfazione personale, coi vani tentativi di correggerti, con le cadute e l'eterna attesa della felicità che non ti è stata data e che per te non è possibile"."


Nonostante tutto, nonostante la frase gettata per sbaglio nel 1881, grazie di tutto Lev, grazie per Anna!

immagine tratta dal film Anna Karenina
( Keira Knightley sei bellissima!)