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giovedì 24 luglio 2014

Finzioni (J.L.B)

Se è vero che un libro si giudica dalla copertina,
questo,
dovrebbe essere un capolavoro.
"Finzioni" di Jorge Luis Borges e un labirinto marino, fra l'azzurro e il blu.
In realtà,
per me,
questo è un capolavoro,
copertina compresa.
Fosse solo per
"(...) la verità, la cui madre è la storia, imitatrice del tempo, deposito delle azioni, testimone del passato, esempio e avviso del presente, sintomo del futuro".
 
Lo so, può sembrare folle, insensato, ciò che scrivo,
ma spendete 9. 50 euro per 145 pagine di genio, di Borges.
E per Pierre Menard e il suo Quijote .
E si, le parole sono tutto, ma anche la storia è tutto e il contesto, anche.
E la realtà "atroce o banale".



(Ed il mio, di contesto, questa volta, era la solitudine.
L'attesa di una persona cara.
Una città medievale.
Due uomini in lontananza che montano delle luci sopra un palco.
Una panchina troppo calda.
Il sole che batte sulla nuca.
La strada è troppo lunga, alla prima uscita torno indietro.
Due anni fa ero qui, scesa da un treno che non sapevo prendere,
un'amica che corre dal lavoro, la birra aperta con un accendino,
- "è un maschio?"
-"no, femmina, ma alla mamma piace il blu.."
-"che bel maschietto!"
Sempre la solita storia, 
mai sforzarsi per capire,
che,
spesso,
basta aprire la copertina e sfogliare.)