-Non capisce l'ironia- dice un'alunna.
La guardo, sorrido e confermo.
Non capisce l'ironia e siamo troppo formali.
-Son musicisti - rispondo.
-Anche noi se è per questo- ride.
Ha sedici anni e mi assomiglia tantissimo con gli occhi truccati e abiti al di sopra delle mode del momento, l'ansia e la paura di non essere all'altezza, la frustrazione del non essere corrisposta e una sensibilità che emerge nella traduzione.
Le voglio bene e la sento vicina come solo chi è apparentemente frangibile si possa sentire.
Ha un animo meraviglioso ed è decisamente molto più giovane di me.
Mi manda i messaggi del tipaccio che la rinnega.
Vaglielo a spiegare che è troppo bella e intelligente per lui.
Io, che mi sento una quindicenne sciocca quando c'è lui in giro,
che mi guarda fare la treccia a una bambina e mi trova del tutto fuoriluogo.
Come in fin dei conti mi sento, sempre.
Ma poi c'è questa alunna così empatica da ridere del mio tocco quando busso per avvisare la fine o l'inizio.
E non mi sento più così a disagio.
...è un posto magico.
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