venerdì 21 aprile 2017

Attenzioni.

Io le regole del poker non le conosco,
ma se cali quattro assi tutti di un colore solo,
so che hai barato.

Bari al tavolo e bari con me, tirando fuori dalla manica le più incredibili scuse.

L'altro giorno parlavo di Delitto e Castigo con qualcuno e mi è venuta in mente una semicitazione, o forse meglio, un ricordo di poche righe: il protagonista era o credeva di essere monitorato dalla polizia, ma nessuno conosceva ancora il suo crimine.
Nessuno, tranne sé stesso.

Dimmi, tu lo conosci il tuo crimine?
SI.
Lo conoscevi nel commetterlo e nel raccontarmi storie divertenti che mi facevano ridere senza prestare attenzione ai dettagli.
Tu sei un universo di dettagli mentre io sono così disattenta da non ricordare qualche volta, neppure il colore dei tuoi occhi.

I classici non sono pesanti come si crede che siano, questo mi hanno detto in questa settimana che di letterario ha avuto ben poco.

Vero, ho risposto.
C'è un pregiudizio nei confronti dei classici russi.

Sai verso chi non c'è un pregiudizio?

Verso di te e le tue carte.
Male, molto male, avrei dovuto averlo.

Stasera mangio il cous cous e aspetterò le undici e trenta.
Tu non arriverai ed io mi addormenterò.

Sarai in ritardo in balia delle scuse alle quali neppure tu riesci a credere ormai.

Non ti risponderò.

Non è più tempo di bandiere appese e poi gli anni sai, non ti aspetto più...
ricordi come finisce l'Alighieri, vero?

P.

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