sabato 15 luglio 2017

Dada.

Non mi rileggo, non lo faccio mai.
Ogni volta che ritrovo qualcosa che ho scritto, mi da la nausea.
Forse, sono solo obiettiva ed il mio senso critico non collabora con le mie velleità.
Sicuramente è una fortuna, la mia, conoscere i miei limiti.
comunque, non sono un'esistenzialista, mai stata, anzi.
Io amo il realismo, quello russo, quello polifonico e prolisso,
che lascia spazio a critiche continue nei confronti di tutti, da parte di tutti.
Amo il realismo che si confessa e vede il cattivo nei buoni ed il buono nel cattivo,
senza cappelli bianchi o cappelli neri, che in fin dei conti, anche il bianco
impugnava la pistola e sparava quando nessun motivo è mai davvero valido da giustificare
una violenza.

Neppure l'essenza umana.
Come ride mia madre dicendo alla commessa del negozio di tende, che amo il kitch, istintivamente,
lo ricerco e lo ricreo, dadaista, dice.
Incompresa.
Ma non esistenzialista.
Neppure simbolista, tutto sommato, ma solo perchè non sono in grado, non per volontà.
Mi guardo attorno e da qui posso ammirare le goccioline del mio lampadario e le traiettorie luminose
che percorrono i brillantini sulle mie tende, i soprammobili a forma di animali e quadri di famose
icone gay.
Dovrei aprire un locale di dubbio gusto in questa casa.
Oppure, cambiare arredamento.

Ma amo il sorriso di mia madre mentre racconta alla commessa gli accostamenti improbabili e l'istinto
armonico.
Ogni cosa, anche quella sbagliata, al suo posto, in un'atmosfera raccolta ed armoniosa.
Cosa poteva aspettarsi da una che accostava anfibi e long dress?
Stringate e gonna a tubino?
Tacchi vertiginosi e completo maschile?
L'armonia è noi, gli elementi sono accessori da inserire o nascodere in un cassetto chiuso,
ma l'armonia, la si sente al di là degli elementi.

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