giovedì 25 aprile 2019

Aperture.

Aprirsi con alcune persone significa necessariamente essere feriti.

A morte.

Una delle mie regole di vita era non aprirsi così nel profondo da potersi lasciare ferire.

E invece dopo molto e molto e molto e sensi di colpa inqualificabili ti apri e allora... Allora non è fattibile.


Chi ti ama, pur avendo tutte le armi per ferirti, non lo fa.

venerdì 5 aprile 2019

Un freddo incontenibile nonostante siamo i primi di aprile.

E questa sensazione di fame e debolezza che non mi abbandona più.

Soffro di una sofferenza che si chiama inadeguatezza e mi coglie ogni volta che chi amo non si sente amato o accolto o voluto da me.

Avrei bisogno di tempo e di pace e di silenzio.

Di serenità.
Di egoismo.
Di senso di famiglia senza senso di oppressione.

Non mi sento in grado di reggere i tempi stretti e recuperare le energie come vorrei.

Ogni tanto vorrei ricevere cura e comprensione senza accuse e continue domande.

Vorrei essere libera dal telefono e dagli orari e godermi una primavera senza questa paura di non condividere abbastanza.

Mi sento messa sotto processo continuamente e so che è una questione di tempo : finirò a torturarmi senza sosta accusandolo di non aver fatto abbastanza nonostante chi ho davanti non si interessi a ch'io sia o a cosa vorrei, ma semplicemente a cosa cerca in me.

Stasera sarà l'ennesima serata trascorsa al lavoro : gioia e sacrificio. Stanchezza e buona volontà.

Ma probabilmente è più facile per gli altri obiettare sul mio modo di comunicare rispetto al soffermarsi sul mio messaggio.

Sono stanchissima, travolta ed avrei bisogno di dormire e riposare. Bisogno di staccare, non dagli affetti, ma da ciò che mi richiedono: a nessuno piace sentirsi poco apprezzato  a nessuno piace sentirsi in difetto e a nessuno piace sentirsi sotto processo .

Che sia per un pin.

Che sia per un momento no.

Che sia per un senso di stanchezza accumulata.

Che sia per il disagio che si prova nel conoscere qualcuno che immediatamente ti etichetta per qualcosa che gli è stato raccontato.

Che sia per il senso di esclusione che ti è stato fatto vivere 

Che sia per il tentativo di sforzarti ad essere diversa da come sei tramite un ricatto emotivo.

Che sia per un bisogno di calma e pace.

Non piace neppure a me.

E tutto questo bisogno di sembrare eroici agli occhi del mondo e di festeggiare giorni si scontra con i comportamenti avuti nei miei confronti. L'ipocrisia di descrivermi come il male del mondo per ricevere comprensione, per avere un cattivo nella storia e la necessità di essere ricordato in quanto buono, giusto, amabile.

Avere accanto qualcuno che non si sente amato a prescindere da te è difficile. È una scelta. È una voglia. È anche una visione della vita: se sei stato sfortunato e non ti hanno amato, non significa che tu non possa essere amato.

Mi sorge naturale aggiungere un pezzo nel quale sottolineo come invece io lo ami, lo voglia e sia pronta a riempirlo di amore.

Anche se poi, francamente, ti rendi conto nella quotidianità che amare qualcuno che non pensa di meritare amore è difficile :non lo riconosce e rifiuta quello che gli dai, capisce dinamiche diverse, quelle del rifiuto.


Non c'è rifiuto nel richiedere spazio e non c'è rifiuto nel richiedere fiducia. Io non abbandono mai nessuno , figuriamoci chi amo!

Ma se metti in dubbio continuamente la mia persona  allora devo per forza abbandonare per non abbandonare me stessa.

Non mi sento apprezzata ed a tratti sento la volontà di essere cambiata, ma ciò che sono ormai è stato e non credo nel cambiamento forzato o dovuto.

Credo nel dare la parte migliore di sé e nel darsi senza riserve.

Ma credo anche che ci sia un freno ed il freno è dato dall'amore verso se stessi.

Ho una fame incredibile ed un sonno indicibile.

E sorrido, parlo, organizzo, lavoro. Ma sento questo enorme vuoto dentro.

Mi chiedo fino a dove i propri bisogni possano arrivare a inchiodare l'altro e mi chiedo se sarò mai davvero capita e curata.

Non è un giorno come un altro e se non fosse andata come è andata oggi avrei voluto festeggiare il quasi traguardo di un rapporto che non pensavo possibile .

Non è andata come speravamo.
Entrambi.
O io.

E difficilmente riesco a lasciarmi andare mentre sento questa sensazione di marginalità.

Non ero importante nelle parole e nei fatti ed ho creduto a qualcosa che forse ora c'è ma non c'era quando io pensavo ci fosse.

Sto male. Sto male ed il mio male viene banalizzato di continuo.

Non importa quanto io manifesti il disagio che ricada su di me, perché quando si tratta di me è sempre dovuto un cambiamento , un miglioramento, un superamento.

Quando si tratta di me, appunto.

Sto male e non posso esprimere il disagio se non ricevendo in cambio accuse e scuse.

Sto male e comunque io non posso dedicare tempo e spazio neppure al mio malessere.

Io, io fin dall'inizio ho dato il meglio e non mi viene riconosciuto. Non importa.

Per me c'è sfiducia e scredito, c'è il dubbio e l'analisi grammaticale di ogni frase detta o pensata prima ancora che ascoltata.

Non c'è un dialogo costruttivo, c'è questa lotta continua nella quale io non sono mai abbastanza e poi c'è chi ha sempre una ragione per.

Per non cambiare ad esempio .
Per non capirmi.
Per non ascoltarmi.
Per non accettarmi.
Per non assolvermi.

Mi assolvo io.
Che da sola devo affrontare tutto quello che mi sento dire, accusare e rinfacciare senza poter parlare perché se il dolore degli altri è dolore a metà è sempre vero che il dolore di chi ami, quando sei come me, te lo puppi tutto tu.

lunedì 1 aprile 2019

Vento fra i capelli.

L'anno inizia a settembre...e a giugno si conclude.

Il problema dei cicli sta nelle somme che si traggono al loro termine.



Sono inevitabili.

E spesso inconsolabili.

Ci sono situazioni così delicate da essere del tutto prive di evoluzione : non importa cosa tu faccia  perché l'intervento esterno non modifica, cambia, altera, la natura delle convinzioni che si vivono come prodotto di una serie di eventi.

È un po' come quando viaggi in auto con il finestrino abbassato ed allora i capelli volano in ogni direzione. Pettinata dal vento. Prodotto di un vissuto.  E troppe volte anche una piastra da borsetta risulta inutile.

Un anno di vita trascorso ad infondere calore vitale e vedere comunque attorno il gelo.


domenica 31 marzo 2019

Nido

In queste ultime settimane sento un bisogno estremo di fare "nido".

Una sensazione di cura e amore, di coccole e vizi.

Sento questa voglia di coccolare chi ho vicino con waffles, carezze e continue attenzioni.

In questo momento mi sto dedicando a questa sfera dell'amore molto tenero, casalingo, protetto.

Come ogni Penelope che si rispetti mi salta in mente l'ansia che i prodotti della mia cura risultino infelici ed incapaci di apprezzare questo modus vivendi che sto applicando alla quotidianità.

Sicuramente fino a fondo non viene compreso, non è concepibile e probabilmente non produrrà quell'atmosfera un po' magica e surreale che così tanto adoro.

Ci sto provando, ci provo con tutta me stessa   anche quando sembra che non basti o non sia opportuno.

Ho voglia di sentirla rifiorire sotto alle mie mani, questa primavera così vicina e al contempo raggiunta con scatti veloci, quasi fossero gli ultimi cento metri di una campestre provinciale.

Faccio fatica.

Ho voglia di mare.

Di giornate piene.

Di fiori.

Di sole.

Di aria fresca e luce di luglio.

Spero di sopperire così alle mancanze che saltano fuori all'improvviso e mi lasciano desolata e sola in mezzo al mare degli eventi che qualche volta ci cullano e spesso ci travolgono.

Non so se sarà abbastanza.
Non so se sarà mai capito.
Ma questo nido per me è amore estremo.

martedì 19 febbraio 2019

Analfabetismo funzionale.

Oggi vomito tutte le parole che ho scritto, pianto e so.

Mi scoppia la testa.

Ho freddo.

Dubbi.
Domande.
Incertezze.

Mi chiedo s

sabato 22 dicembre 2018

op59

Va bene, avevo promesso che oggi avrei fatto la spesa e pulito casa.
Ma poi ho messo su Chopin e si è fermato il mondo.
Non è mica colpa mia, devo farmi una cultura, è lavoro in fin dei conti.

Si, sto mentendo a me stessa: è solo bellissimo.

Ed io fondamentalmente aspetto con ansia le ferie per poi andare in crisi perché mi manca la frenesia ed il sentirmi utile, mi sento sempre così: aspetto le vacanze e poi provo questa sensazione di inutilità che mi destabilizza.

Ho comprato l'ultimo regalo per Lui. Dovevano essere quattordici i regali da scartare, per fargli rivivere gli ultimi quattordici anni sotto una luce diversa e per farlo sentire accolto da amore e da un senso di famiglia nuovo.

Ma da quando mi piace Chopin?

Comunque ti rendi conto di amare qualcuno quando vai a fare la spesa il 22 dicembre affrontando il mondo pur di fargli passare una vigilia di Natale tenera, magica e priva di impegni pesanti e caotici.
Amare qualcuno significa anche proteggerlo dai centri commerciali prima di Natale.

Ho anche comprato un regalo per sua mamma nel caso in cui non avesse voglia di andarci, è un libro, se non sarà gradito potrà sempre dare la colpa a me ed ai miei gusti pesanti e noiosi.

In fin dei conti amo Chopin.

Da oggi.

Vabbè.

Devo incartargli l'ultimo ridicolissimo regalo che ho comprato stamattina pensando a lui e poi giuro che andrò a sistemare casa.

Quanti capricci.

In ogni modo, non sono riuscita a fargli trovare la prima uscita di Julia, il fumetto che probabilmente leggevamo solo noi al mondo perché il mio amico incaricato di portarmelo per ragioni di tempo, lo ha lasciato su una gru.
Questo è il magico mondo di Penelope: da qualche parte su una Gru c'è un regalo che volevo dare a Lui e per il quale ho fatto i salti mortali.

Mi auguro almeno che faccia compagnia ad un gruista nerd.

A raccontarle, certe cose, non ci si crede.

Comunque ho intenzione di cucinare una marea di cose buone in questi giorni, testaroli compresi, ma non al pesto dato che per lui sono quelli meno significativi.
Stasera preparo il sugo di funghi, così domani quando arriva la casa saprà di Natale, con il sugo sul fuoco, l'albero di Natale, i pacchi e probabilmente Chopin che prenderà il posto di Sinatra.

Anche perché mentre ascoltavamo  la playlist di Natale qualche settimana fa, si è ripresentata la ex e quindi adesso ho un leggero fastidio al riguardo.

Nulla a che vedere con la gelosia, piuttosto qualcosa sulle porte lasciate sempre un po' troppo aperte e la mia necessità di chiarezza.

Quella sensazione di essere scelta e voluta e desiderata che tento sempre di trasmettere agli altri senza che però effettivamente...

Oddio sto notturno che roba meravigliosa.

Da brividi.

Per capodanno invece spero almeno di non dover cucinare.
Alla fine penso che non faremo nulla.
Lui non è particolarmente predisposto all'organizzazione e quindi tocca a me.
Meglio così, a me il capodanno non è mai piaciuto.

L'anno inizia a settembre.

Quando guardo la gente festeggiare mi sembra in ritardo di mesi. O in anticipo.

Io comunque se non lavoro, soffro.

venerdì 21 dicembre 2018

Sussurri.

Oggi è una di quelle giornate in cui vorrei solo silenzio e pace.

Un the.
Un libro.
Forse no, meglio il buio.

E qualcuno che mi accarezzi piano i capelli senza muovere il letto o a muovermi il collo.

Oggi avrei bisogno della pace della solitudine condivisa e di permettermi egoisticamente di prendermi cura di me stessa senza ferire nessuno.

Oggi è una giornata di mal di testa e problemi agli occhi.

Oggi sono solidissima e piena di gente attorno.

Non vedo il tempo per riposarmi,
Non ne ho.

La spesa, le corse, la cucina, la casa da riordinare, il lavoro, la scuola, i bambini e via dicendo.

Oggi avrei bisogno di essere nell'acqua calda, immersa, con i capelli leggeri ed il corpo senza peso. I suoni ovattati. Gli occhi chiusi.

A pensare solo a me.

Oggi avrei bisogno di una sala vuota, fredda, sterile, con un pianoforte da studiare senza spartiti da guardare.

Oggi è tutto molto difficile: troppe cose da farei troppe persone di cui occuparmi e la consapevolezza che no, non c'è nessuno ad occuparsi anche di me.

Linea dura la mia, dettata dal bisogno di indipendenza e forza, di linearità e razionalità.

Ma nelle giornate come queste vorrei che ci fosse qualcuno accanto a me a preoccuparsi dei miei bisogni e delle mie voglie ed invece, non c'è nessuno.

"Non farla alzare che oggi sta male" e per un attimo ho ringraziato quest'uomo che si preoccupa con premura di me, poi mi sono alzata e sono andata in aula.

Perché devo farlo ed e giusto che lo faccia.

Sono arrivata a queste vacanze così stanca da non rendermi conto di come ci sono arrivata.
Non mi sembra ancora vero.

Ho bisogno di calma, silenzio, sonno, caldo, pulito e addirittura di noia.

Ho bisogno di non sentire il peso del non fatto se per una mattina mi occupo di me stessa perché non riesco a tenere gli occhi aperti.