giovedì 28 gennaio 2021

Diario di notti insonni

 In cui penso alla mia vita e sogno ad occhi aperti, svegliandomi stanca di sognare una vita dove tutto vada a posto senza che io debba spaccarmi in quattro più di quel capello che non racchiude in sé risposte o ragioni abbastanza valide per svegliarsi al mattino e non essere felice.

Il 119 di gennaio

 Oggi è una di quelle giornate che non finiscono mai, di quelle in cui non va bene nulla e di quelle , soprattutto, in cui il senso di solitudine ed incomprensione ti prende alla gola, soffocandoti.


Forse mi sono sopravvalutata.

Forse l'idea differisce troppo dalla realtà.

Forse non sono semplicemente in grado.

Eppure io non sento che sia così. Io mi sento in grado, con tutte le mancanze e le fatiche, il tempo speso, le ansie, le preoccupazioni, il poco sonno, l'attività perenne.

Ma scoppio in lacrime proprio oggi che il correttore mi copriva le occhiaie ormai verdi e so contare tutti i motivi per cui sto piangendo e non riesco a smettere di farlo.

Io sono esausta.

Non è questo assurdo lavoro che poi non è neppure un lavoro,ma l'ennesimo progetto in cui mi butto a capofitto nella speranza di riuscire ad arrivare al fondo delle cose, per una volta.

Non riesco mai ad avere tutto, tutto insieme, nella mia vita. Solo sprazzi discontinui.

Ma ora mi sento infelice, da tanto.

Mi manca qualcuno che mi comprenda e mi tuteli, qualcuno che mi protegga dagli spigoli quotidiani ed abbia premura e rispetto.

Il rispetto c'è o non c'è.

E quando manca non si può tornare indietro.

Oggi sono stanca, sfinita, errante, arrabbiata e delusa dal fatto che nonostante tutto,io mi riesca a trovarmi in una situazione senza vie di uscita.

Remo contro corrente all'infinito per salvare qualcosa che invece di lasciarsi salvare, mi picchia e scalcia per naufragare.

Dicono che tutto quello che deve essere è, senza troppe storie, senza intestardirsi.

Tuttavia ho sempre dato valore all'impegno anche quando ,come in questo caso, non ha alcun valore.

Mi sento soffocare da qualcosa che doveva essere piacevole e invece fa male ed è dolorosissimo.

Mi sento tremendamente sola.

Mi sento sola e triste in una giornata che inizia alle nove e finisce alle venti, in cui devo essere sorridente,contenta,affabile e gentile ed invece sono solo pessima, condizionata da un contorno che mi devia e mi plasma e non mi lascia provare nulla che non sia problematico,difficile e ostico.

Faccio fatica,più del solito.

Ognuno ha le sue priorità,ma vorrei che ogni tanto il mio bene venisse prima della lite di turno o del fare valere le proprie ragioni.

Sono stanca di litigare, sfinita.

Pulisco tanto,mangio poco e dormo ancora meno e mi racconto bugie.

Chiunque vivesse la situazione di stress ed agonia che vivo da mesi, non starebbe meglio di me.

Potrebbe essere il periodo più bello della mia vita.

Invece arranco. Fatico. Soffro. Di continuo.

Ho un peso addosso insopportabile.

Avrei bisogno di stare bene, di sentirmi leggera, serena, di concludere tutti quei discorsi che tanto non hanno mai fine e si ripetono, sempre uguali e sempre diversi, ma più dolorosi e sfibranti.

Non so cosa sarà di me.

Se continuo così, nulla di buono.

Ho bisogno di dormire.

Di ridere a crepapelle.

Di non avere continui sensi di colpa che "non volevo farti, probabilmente tu ti senti in colpa perché sai di avere sbagliato".

Di scontri contro porte chiuse.

Di porte chiuse alle spalle, sbattute,accompagnate da invettive di pubblico dominio,regalate agli altri come miglior forma di espressione di noi stessi, di una gara invisibile in cui si ricerca un cattivo ad ogni costo,senza mai pensare,senza mai valutare, senza mai sentire che forse non sarebbe il caso.

Mi sento distrutta come non mai,sfinita, frammentata.

Alterno felicità e soddisfazione ad ansia e soffocamento.

Sono stanca di dover giustificare ogni mia azione a chi non riesce a capirmi.

Stanca di imporre un dialogo a chi tanto non ascolta, ma aspetta solo il turno per parlare.

Sono stanca di indossare i vestiti degli altri per capirli meglio e notare che tutto sommato,agli altri,di cosa vivo io ,di come stia io, non importa proprio nulla.

Mi alterno fra la voglia di fare finta di niente ed aspettare che tutto passi, le delusioni dell'impegno che tanto non serve e la necessità di mettere in chiaro che no,tutto può mancare, ma non il rispetto.

E più cose si accumulano più è difficile scavare.

Si parlano lingue diverse.

Si urlano ragioni diverse.

Che hanno fatto tutto tranne averci fatto avvicinare.

Oggi sono stanca più del solito, è una giornata triste e no, chi mi dovrebbe capire, sceglie di dare espressione solo alla sua rabbia, pensando che meno rispetto mi dimostra, più io sia pacifica.

Posso essere silenziosa,

Posso rimandare il momento a causa della stanchezza

Ma non posso essere io,

Se non sono tranquilla.

Felice.

Serena.











giovedì 27 giugno 2019

Oggi è una di quelle giornate in cui ringrazio il cielo di avere enormi occhiali da sole.

Che coprono occhiaie e lacrime incontenibili.

Inconsolabile.

Sarà la sindrome premestruale, la stanchezza cronica o questo senso di abbandono che sento pesantissimo su di me.

Domani è il mio compleanno ed io sono tristissima.

Sono mesi che tiro le energie allo sfinimento ed esprimo questa stanchezza infinita.

I miei genitori sono partiti, non che avrebbe cambiato qualcosa, ma non ci sono ed io sento questo bisogno infinito di essere abbracciata e accarezzata.

Avrei bisogno di qualcuno che mi ascoltasse davvero, non superficialmente e mi consolasse.

Il mio compagno preso dalle nuove avventure, non riesce neppure a dormire, figuriamoci a starmi vicino.

Ognuno ha una buona scusa per non esserci ed io rispetto le esigenze di tutti.

Ma oggi sto male di quel male accumulato che mi butta giù e non mi ferma gli occhi.

E mi sento sola.

Solissima.

Domani è il mio compleanno ed io non ho niente da festeggiare.

L'ultimo anno è stato difficile, incasinato, stancante.

Avrei bisogno di calma, acqua, capelli bagnati, sale, freddo sulla pelle e suoni ovattati.

E invece avrò quello che ho sempre, incomprensione.

mercoledì 26 giugno 2019

"Ed anche questa è incinta".

Quando trovi il tuo compagno a scorrere Instagram e a pronunciare queste parole.

E ti chiedi se l'espressione significa:

A- voleva rapportarsi a questa donna ma adesso in procinto di diventare mamma non gli pare il caso.

B- fa a gara con gli amici a chi ha figli e chi no.

C- ti fa notare che voi il figliolo non lo avete.

D- ignora il fatto che per te è impossibile.

E - ignora il fatto che ammesso che il figliolo arrivi sia improbabile gestirlo dato che lavoriamo entrambi 40 ore al giorno.

F- libera interpretazione.

G- non ho tempo neppure per farmi le unghie, figuriamoci per crescere un essere vivente.

H- sono stanchissima e non capisco.

giovedì 13 giugno 2019

Serenità.

Ma la serenità delle nottate felici, tranquille, senza litigi, problemi, in cui torni a casa e non ti si spacca la testa e trovi pace, odore d'estate, il tuo compagno che capisce di aver sbagliato e cambia tiro... Ecco, queste serate, chi le vive?!

Ansia ed altri disturbi del sonno.

Ci sono tutta una serie di cose bellissime e poi, poi c'è la mancanza di sonno, di tempo e di spazio.

Se mi avessero detto un anno fa che mi sarei ritrovata all'una del pomeriggio in piena crisi isterica a piangere pulendo il bagno, avrei risposto che la mia vita ormai era cambiata e ben diversa.

Oggi ho pianto, pulito il bagno, mangiato in piedi ed avuto una crisi emotiva.

Sono stata antipatica, piena di paure, sgradevole e senza pazienza.

Sono stata sull'orlo di una crisi di nervi.

Nulla di rotto, ma ho bisogno di un nuovo assemblaggio. Ne necessito profondamente.

E non ne ho tempo.

Vorrei che la mia casa fosse quella di un tempo, pulita ed ordinata.

Vorrei che I vestiti negli armadi fossero più di quelli lasciati in giro.

Vorrei avere il tempo per bermi un aperitivo seduta sul pavimento della sala senza prendere un virus mortale.

E poi vorrei godere di una serie di cose bellissime ed opportunità meravigliose. Che però, sono arrivate nel momento sbagliato.
Cerchiamo di accoglierle al meglio anche se ho solo voglia di piangere.

Tempo.
Ho bisogno di tempo.
Di calma.
Di luci spente.
Di parole dette piano.
Di ragionamenti che non siano assurdi.
Di acqua calda e risvegli lenti.

E invece vivo fra panico, paura e piagnistei.

Non voglio appoggiarmi su altri, anche perché chi ho accanto difficilmente reggerebbe, ma vorrei potermi riposare un attimo, con calma, con pace, con gioia, con amore, con serenità.

Non ce la faccio più.

Più.

Più.

sabato 27 aprile 2019

Schiettezza.

I tentennamenti di uno, erano l'ansia dell'altro.

Le difese di lei, le ferite di lui.

Lo sguardo basso di lui, le mani tormentate di lei.

Forse si dovrebbe dire sempre, tutto, quando è il momento .

Forse, è meglio tacere.

Scaraventare via i dubbi con aneddoti e racconti che non lascino il vuoto a pensieri e fantasia.

Togliere le foglie del passato come se fossero fili d'erba fra i capelli, dopo che ti alzi da terra.

Dormi e ti guardo dormire e sei la la luce più bella del mondo.

Così piccolo e così forte.

Sembra un bambino con le mani sotto al viso e gli occhi chiusi e penso a come vorrei baciare via tutte le ferite ed accarezzare il suo dolore fino a non lasciargli mai il ricordo di un abbandono .

Una volta di me hanno detto che io sono una che resta, una che non se ne va.

Io sono una che resta quando ne vale la pena e per lui, con le sue rughe preoccupate sulla fronte, ne vale sempre la pena.

Vorrei essere la coperta che ti sta addosso mentre sogni e non so cosa vedi.