Eccomi qui: un caffè amaro e un sorriso finto.
Che nessuno sappia e che nessuno capisca.
Forse sono donna anche per questo.
Seduta qui in un salotto raffinato a conversare amabilmente come una ragazza rispettabile e di buone maniere.
Gambe accavallate elegantemente, come si conviene.
Sorrido ancora, perché è ciò che si aspettano da me , è ciò che tutti sono convinti che io sia.
Difficile frenare l'ironia che mi affiora alle labbra mentre mi accorgo della falsità che mi maschera il volto.
Ma non credere che la mia sia ipocrisia, non credere che io mi sforzi di fingere che va tutto bene per quelli che mi circondano.
Non mi interessa quello che potrebbero pensare si me, non mi interessa più essere all'altezza delle loro aspettative, anzi, mi divertirei a comportarmi in modo assolutamente sconveniente solo per dimostrare loro che le gabbie non fanno pe me, che gioco da sola, che delle regole che si impongono per ipocrisia e quieto vivere non mi riguardano.
E allora vuoi sapere perché me ne siedo in questo salotto e cerco di essere esattamente quello che gli altri vorrebbero che fossi?
Perché non voglio che mi chiedano perché sto male.
Non voglio che conoscano il nostro segreto.
Segreti, menzogne, dolori celati e gioie ben recitate,
E lo faccio solo per me stessa, per pudore e dignità.
Solo per te, che non hai il coraggio di guardarmi negli occhi.
Lascio alle spalle le convenienze e le belle conversazioni e corro verso la luce gialla.
E posso essere vera.
Solo luce .
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